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‘Ndrangheta, la cocaina dal Brasile a Livorno e in Calabria: 19 condanne e 9 assoluzioni – I NOMI

Si tratta del filone abbreviato dell’inchiesta – poi passata a Catanzaro – che ha riguardato il traffico di droga in Toscana

Pubblicato il: 28/03/2025 – 15:26
di Giorgio Curcio
‘Ndrangheta, la cocaina dal Brasile a Livorno e in Calabria: 19 condanne e 9 assoluzioni – I NOMI

CATANZARO Il Tribunale di Catanzaro (giudice Gilda Danila Romano) ha emesso oggi la sentenza nei confronti dei 28 imputati nel processo, celebrato con rito abbreviato, nato da un troncone dell’inchiesta “Nuova Narcos Europea” relativamente legato alla Toscana e che, nel 2021, aveva portato all’arresto di ben 104 soggetti in tutta Italia. Il filone, poi, passò a Catanzaro su istanza, accolta, presentata dai difensori. Il giudice ha così condannato 19 imputati e ne ha assolti 9.
Il collegio difensivo è costituito dagli avvocati: Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino, Vincenzo Maiolo Staiano, Giuseppe Gervasi, Mauro Ruga, Massimo Gambaccini, Francesco Sorrentino, Filippo Marcello Siracusano, Laura Palaggi, Antonella Canino, Luigi Esposito, Giuseppe Saverio Tripepi, Silvana Bianchi, Gianfranco Giunta, Michele D’Agostino, Eleonora Ferrillo.

Si tratta di:

Massimo Antonini, 8 anni e 8 mesi (chiesti 10 anni e 6 mesi); 
Mario Billi, 4 anni e 14mila euro di multa (chiesti 10 anni); 
Nicodemo Francesco Callà, 6 anni (chiesti 12 anni); 
Fabio Cioni, 2 anni, 8 mesi e 12mila euro di multa (chiesti 10 anni); 
Mattia De Rosas,1 anno, 4 mesi e 4mila euro di multa (chiesti 8 anni); 
Robertino Dessì, 6 anni e 18mila euro di multa (chiesti 10 anni e 6 mesi); 
Lucio Falchi, 1 anno, 4 mesi e 4mila euro di multa (chiesti 10 anni); 
Giordano Farioli, 2 anni, 8 mesi e 12mila euro di multa (chiesti 10 anni e 6mesi); 
Domenico Ficarra 2 anni e 7 mila euro di multa (chiesti 3 anni e 3 mesi); 
Antonino Fonti, 4 anni e 14mila (chiesti 10 anni e 6 mesi); 
Emanuele Fonti, 10 anni (chiesti 20 anni); 
Giuseppe Antonio Ierace, 4 anni, 8 mesi e 18mila euro (chiesti 17 anni e 4 mesi); 
Rocco Molè, 4 anni e 18mila (chiesti 8 anni e 6 mesi); 
Maria Giuseppina Nieddu, 4 anni e 18mila (chiesti 10 anni di reclusione); 
Mario Palamara, 12 anni e 8 mesi (chiesti 18 anni); 
Francesco Riitano, 13 anni e 4 mesi (chiesti 20 anni); 
Andrea Serra
, 12 anni (chiesti 10 anni); 
Antonio Talia, 2 anni, 8 mesi e 12mila (chiesti 8 anni); 
Domenico Vitale, 3 anni, 4 mesi e 12mila euro di multa (chiesti 10 anni e 6 mesi).

Assolti, invece: Carlo Bronzati); Rosalia CelestiSimone FicarraElisa Fonti; Andrea FrascàCarmelo MaesanoGiacomo PuglieseBenito Andrea RiitanoMarco Mario Zaninello.

L’inchiesta

Dalle indagini era emerso «un traffico di sostanze stupefacenti» consistente «nell’importazione di ingenti quantitativi di droga dal Sudamerica e fatti sbarcare al porto commerciale di Livorno». La compagine, avente ramificazioni internazionali, annovera anche esponenti «radicati sul territorio toscano». A questa conclusione, la Dda di Firenza, a fronte dell’indagine coordinata dal pm Eligio Paolini, era giunta attraverso una serie di fatti che vengono evidenziati nell’ordinanza sottoscritta dal giudice Giampaolo Boninsegna.  

I sequestri di cocaina e l’arrivo a Livorno di Rocco Molè

Tra gli episodi, gli inquirenti ne evidenziano alcuni «più significativi». È questo il caso dei sequestri di cocaina effettuati tra il 6 e l’8 novembre 2019. In quel periodo le attività investigative subiscono un’accelerazione «determinata dall’acquisita consapevolezza che il gruppo criminale indagato stava organizzandosi per prelevare un container (proveniente dal Brasile, ndr) in arrivo verso il porto labronico» contenente un carico di legname. Il quantitativo complessivo è di 430 panetti di polvere bianca per un totale di 464 chili. Le Squadre mobili di Firenze e Livorno, il 3 novembre, riescono a risalire al possibile arrivo dello stupefacente dopo aver intercettato un’automobile che si scoprirà essere intestata (sotto falsa identità) ad Emanuele Fonti, addetto al trasporto della sostanza per la compagine toscana. Per gli inquirenti ha un ruolo di «trait d’union tra le organizzazioni criminali committenti (cosca di Guardavalle e Pesce/Bellocco/Molè nella Piana) e i numerosi sodali incaricati anche del recupero della sostanza». Una volta giunto a Livorno, Fonti incontra un altro degli odierni indagati, Massimo Antonini descritto come il «referente principale dell’organizzazione nell’area di Livorno». Le operazioni allo scalo sono facilitate dalla presenza di Mario Billi, dipendente dell’area portuale «pienamente e consapevolmente coinvolto da Antonini in tutte le fasi preliminari fino ai vari tentativi di estrazione della sostanza stupefacente». (g.curcio@corrierecal.it)

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