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Sibari-Co-Ro, “svelata” la gara d’appalto: produrrà 136 milioni di manodopera in 5 anni

L’investimento interesserà quasi totalmente Corigliano-Rossano. La ricaduta occupazionale è impressionante ma non c’è forza lavoro sufficiente

Pubblicato il: 29/03/2025 – 10:57
di Marco Lefosse
Sibari-Co-Ro, “svelata” la gara d’appalto: produrrà 136 milioni di manodopera in 5 anni

CORIGLIANO-ROSSANO Da giovedì sera, la gara d’appalto per la realizzazione della nuova Statale 106 Sibari-Corigliano-Rossano è finalmente realtà. Si tratta di un progetto da 1,2 miliardi di euro, suddiviso in due lotti, che rivoluzionerà la viabilità della Calabria del Nord-Est, innescherà un processo di sviluppo e genererà un’importante ricaduta occupazionale sul territorio. L’opera, infatti, consultabile sui portali dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e sulla Gazzetta ufficiale europea, prevede la realizzazione di 32 km di strada, dall’innesto con la SS534 (nel comune di Cassano Jonio) al viadotto Coserie (nel comune di Corigliano-Rossano), oltre all’ammodernamento e al raddoppio della carreggiata dell’attuale SS534 fino all’intersezione semaforica di Sibari.

Il progetto

Rispetto a quanto sostenevano alcune posizioni, scettiche e distorte, che avevano insinuato il dubbio anche sull’indizione della gara, paventando un progetto “spezzatino”, sul fascicolo di gara risultano in fase esecutiva per la procedura di affidamento entrambi i lotti in cui è suddiviso il tracciato: il Lotto 1 da Coserie allo Svincolo di Corigliano ovest (per un importo netto a base d’asta di 556. 242. 045,41 euro) e il Lotto 2 dallo svincolo di Corigliano ovest a fine intervento (per un importo netto a base d’asta di 397. 231. 946,45 euro). Una volta affidati, i lavori su entrambe i lotti partiranno simultaneamente, così come previsto dal progetto predisposto da Anas. Una delle cose più attese di questa opera è, senza dubbio, la ricaduta economica e occupazionale che avrà sul territorio. A differenza del Terzo Megalotto, in fase di realizzazione e dal valore di 1,3 miliardi di euro e che si estende su un territorio che abbraccia otto comuni dell’Alto Jonio cosentino, la Sibari-Co-Ro è, a conti fatti, un investimento pubblico gigantesco (parliamo di oltre un miliardo e 200 milioni di euro) che avrà una ricaduta quasi esclusiva nel territorio comunale di Corigliano-Rossano.

La ricaduta occupazionale

E questo, tra occupazione, indotto, utilizzo e acquisto di materie prime, espropri dovrebbe innescare un processo di benessere impressionante all’interno dell’intera comunità, oltre al resto dei benefici che l’opera in sé restituirà al territorio, anche e soprattutto in ottica futura. Quando, per forza di cose, bisognerà spingere per il completamento della Statale 106 a sud di Corigliano-Rossano e fino a Crotone, realizzando – di fatto – la seconda autostrada calabrese. La ricaduta occupazione, dicevamo, è uno dei motori essenziali di quest’opera che, per circa 5 anni, garantirà lavoro ad un migliaio di persone. Il costo generale destinato alla manodopera, infatti, ammonta a oltre 136 milioni di euro. Anche in questo caso numeri giganteschi che, però, dovranno essere supportati da professionalità e competenza. Sui cantieri della Sibari-Corigliano-Rossano serviranno numerose figure professionali specializzate: dai carpentieri ai saldatori, dagli escavatoristi ai camionisti, dai gruisti ai capi squadra e cantiere; oltre ovviamente a geometri, ingegneri, geologi, avvocati e amministrativi. Se l’obiettivo è assumere forza lavoro locale, bisogna fare i conti con la carenza di personale qualificato. Ed è questo il vero problema e la sfida, allo stesso tempo, di questo progetto.

Un’occasione unica

Molte di quelle figure professionali necessarie a far muovere il cantiere non esistono su questo territorio. Ed è un problema che è emerso con l’inizio dei lavori del Terzo Megalotto e poi anche i cantieri del nuovo ospedale della Sibaritide. Per questo, è fondamentale che i cittadini colgano l’opportunità dei corsi di formazione gratuiti, e in alcuni casi retribuiti, offerti dalla Regione Calabria che fino ad oggi sono andati quasi e totalmente deserti. La nuova Statale 106 non è solo un’infrastruttura, ma un’opportunità per lo sviluppo economico e sociale della Calabria del Nord-Est

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