ROMA «C’è un sondaggio di cui nessuno ha parlato e che vorrei ripetere oggi secondo il quale la metà dei giovani italiani fino a 34 anni vuole la dittatura, cioè pensa che la democrazia sia finita. Quello che abbiamo cercato di fare ieri e di spiegarlo alla presidente del Consiglio e alle persone della sinistra e degli altri movimenti che c’erano è che il rischio più grande che c’è oggi è che, a forza di picchiarsi tra di loro, destra e sinistra, gli italiani percepiscano che la politica non riesca più a far accadere nulla. Questo è il principale rischio democratico che c’è. E mentre noi parliamo tutti i giorni delle borsette di Santanché, piuttosto che di Prodi, un italiano si sveglia, non fa la tac e pensa che la politica sia questo». A dirlo, a margine della seconda giornata del congresso di Azione a Roma, è il leader del partito Carlo Calenda.
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