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La Chiesa di Crotone accoglie il nuovo vescovo Torriani. «Serve passione per il bene comune»

La celebrazione del presule al Palamilone, riaperto dopo la tragedia dei migranti a Cutro: «Partire da qui significa partire dai cuori feriti»

Pubblicato il: 30/03/2025 – 21:33
La Chiesa di Crotone accoglie il nuovo vescovo Torriani. «Serve passione per il bene comune»

CROTONE La Diocesi di Crotone – Santa Severina ha accolto con grande partecipazione il suo nuovo vescovo, monsignor Alberto Torriani, che ha iniziato il ministero episcopale tra il saluto alle autorità e la celebrazione eucaristica al PalaMilone. Il Capitolo Cattedrale, come prevede in questi casi la consuetudine, ha accolto l’arcivescovo nella chiesa dell’Immacolata, che in questo periodo sostituisce la Cattedrale, chiusa per restauri. Il bacio del Crocifisso, la preghiera, l’abbraccio fraterno con i canonici della Cattedrale.

«Collaborare per il bene comune»

Monsignor Torriani, rivolgendosi ai fedeli ma anche ai rappresentanti della società civile e alle più alte cariche territoriali delle forze dell’ordine, ha subito sottolineato l’importanza della sinergia tra Chiesa e istituzioni per costruire una società giusta e solidale. «Vorrei che insieme imparassimo a camminare. Non da soli, non ciascuno per conto proprio, ma come un corpo vivo, come comunità che si sostiene e si incoraggia. Lo dicevo nel pomeriggio all’incontro con le autorità civili e militari di questa territorio e di questa città. Non si può vivere bene da soli: serve sintonia, rispetto, bellezza condivisa, passione per il bene comune ed educazione alla legalità».

Le autorità al Palamilone

La celebrazione al PalaMilone

La celebrazione eucaristica al PalaMilone ha segnato ufficialmente l’inizio del ministero episcopale. Come in altre occasioni della vita ecclesiale del territorio, PalaMilone è stato trasformato in un luogo celebrativo, dignitoso e accogliente. Circa 1500 persone hanno preso parte alla celebrazione, curata nei dettagli da tanti volontari e gestita con professionalità dalle forze dell’ordine e dalle associazioni del territorio. Nei giorni scorsi è stata preziosa l’opera svolta dalle maestranze del Comune per rendere accogliente il palazzetto dello sport. Questa celebrazione, però, si è svolta in un momento particolare: per la prima volta le porta del PalaMilone si riaprono alla cittadinanza dopo il tragico naufragio di Steccato di Cutro, quando nel febbraio del 2023 il parquet del PalaMilone divenne la camera ardente per decine di bare. Dopo quei giorni indelebili nella memoria dei crotonesi, la celebrazione di oggi è stata un segno di speranza e una chiamata alla responsabilità. Nella sua omelia inaugurale monsignor Torriani ha proposto una riflessione a partire dal Vangelo del “Figliol Prodigo”, che si proclama in questa quarta domenica di Quaresima, declinata attraverso cinque verbi guida: vedere, compatire, accogliere, rialzare, camminare, nel contesto dell’atteggiamento di attesa operosa che ha caratterizzato questo tempo ecclesiale. «Attendiamo il Regno, ma non stando fermi. L’attesa vera è operosa, ha fiducia, fa crescere». Ha ringraziato pubblicamente monsignor Claudio Maniago amministratore apostolico della diocesi negli ultimi mesi per aver accompagnato questo tempo di transizione

La celebrazione eucaristica al PalaMilone ha segnato ufficialmente l’inizio del ministero episcopale. Come in altre occasioni della vita ecclesiale del territorio, PalaMilone è stato trasformato in un luogo celebrativo, dignitoso e accogliente. Circa 1500 persone hanno preso parte alla celebrazione, curata nei dettagli da tanti volontari e gestita con professionalità dalle forze dell’ordine e dalle associazioni del territorio. Nei giorni scorsi è stata preziosa l’opera svolta dalle maestranze del Comune per rendere accogliente il palazzetto dello sport. Questa celebrazione, però, si è svolta in un momento particolare: per la prima volta le porta del PalaMilone si riaprono alla cittadinanza dopo il tragico naufragio di Steccato di Cutro, quando nel febbraio del 2023 il parquet del PalaMilone divenne la camera ardente per decine di bare. Dopo quei giorni indelebili nella memoria dei crotonesi, la celebrazione di oggi è stata un segno di speranza e una chiamata alla responsabilità. Nella sua omelia inaugurale monsignor Torriani ha proposto una riflessione a partire dal Vangelo del “Figliol Prodigo”, che si proclama in questa quarta domenica di Quaresima, declinata attraverso cinque verbi guida: vedere, compatire, accogliere, rialzare, camminare, nel contesto dell’atteggiamento di attesa operosa che ha caratterizzato questo tempo ecclesiale. «Attendiamo il Regno, ma non stando fermi. L’attesa vera è operosa, ha fiducia, fa crescere». Ha ringraziato pubblicamente monsignor Claudio Maniago amministratore apostolico della diocesi negli ultimi mesi per aver accompagnato questo tempo di transizione «con passione e dedizione».

«Vedere, compatire, accogliere»

Il verbo vedere è stato associato allo sguardo profondo capace di riconoscere il bene anche nelle situazioni difficili: «Come Chiesa abbiamo bisogno di uno sguardo che sa leggere i segni dei tempi e riconoscere le risorse della nostra terra». Il verbo compatire è stato collegato alla tragedia di Steccato di Cutro: «Partire da qui significa partire anche dai cuori che sono stati feriti». Infine, accogliere: «Vorrei che la nostra Chiesa fosse così capace di accogliere, di far sentire ogni persona amata senza giudizi, da conquistare». Il vescovo Torriani ha invitato tutti a rialzare chi è caduto, a restituire dignità alle persone ferite e a camminare insieme come un corpo vivo: «La fraternità non si improvvisa, nasce dall’ascolto, dal perdono, dalla stima reciproca. In riferimento alla Cattedrale chiusa per restauro ha portato con sé simbolicamente un mattone, come segno del desiderio di costruire insieme non solo un edificio ma una Chiesa viva: «Le pietre più preziose sono le persone le relazioni, la fiducia reciproca». (redazione@corrierecal.it)

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