RENDE È nato 15 anni dopo l’inizio della prima sindacatura di Sandro Principe, non ha tessere e non ha mai fatto politica ma ha una lunga esperienza nell’associazionismo. La candidatura di Giovanni Bilotti, 31enne attivo nel volontariato, però, è quanto di più “politico” il Pd cosentino potesse mettere sul tavolo: è una idea di Vittorio Pecoraro, il segretario provinciale dei dem cosentini è stato infatti compagno di studi della moglie di Bilotti alla Luiss.
Molto amico di Pierluigi Caputo – si parla di un umore non proprio dei migliori quando il campione di preferenze di FI ha saputo della sua intenzione ad accettare – andrebbe bene anche allo schieramento di Marcello Manna, con cui Bilotti ha collaborato in passato per la creazione di percorsi di accessibilità e inclusione (il padre Pino, scomparso nel 2018, è stato per anni lo storico presidente dell’Unione Ciechi).
Per paradosso, quello di Giovanni Bilotti sembra insomma un nome che piace a tutti tranne che agli alleati: da Alleanza Verdi Sinistra e Movimento 5 Stelle, infatti, benché non sia arrivata nessuna riserva sulla persona è stata sollevata qualche perplessità sul metodo. Tanto che le altre due gambe del tavolo dei progressisti – quello che Pecoraro ama definire il «fronte popolare» – stanno riunendosi in queste ore per sciogliere le riserve; Avs domenica ha chiesto a M5S e Pd «un nome politico, non nomi civici».
Quella di Bilotti, per come filtra dai corridoi della segreteria provinciale del Pd, «non è una candidatura contro Principe» e però «con tutto il rispetto per la sua figura, pensiamo sia arrivato a Rende il tempo del rinnovamento» specifica un tesserato di prima fila.
Il suo nome aggiorna il toto-candidati partito tre settimane fa con l’ipotesi Umberto Calabrone, sindacalista della Cgil, scartata dal diretto interessato, continuato con figure della società civile e delle professioni come l’ex rettore Gino Crisci o Giovanni Soda, con tanto di smentita pubblica di entrambi nel corso di un’assemblea del Pd all’hotel San Francesco.
Tra meno di un mese (venerdì 25) si depositano le liste e, allo stato, l’unico candidato ufficiale è Marco Ghionna (qui la sua intervista al Corriere della Calabria), che peraltro ha già sfidato Sandro Principe – secondo nome in corsa dopo l’autocandidatura di una settimana fa – per la poltrona di primo cittadino oltre 20 anni fa: in quell’occasione, le percentuali che incoronarono il socialista furono bulgare, ma forse un peso non da poco lo ebbe anche la reazione all’attentato di piazza Borromeo. (euf)
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