LAMEZIA TERME Sarebbe stato in grado di collaborare con soggetti italiani e marocchini «nel traffico illecito di stupefacenti», organizzando spedizioni di ingenti quantitativi di cocaina attraverso containers provenienti dalla Colombia verso i Paesi Bassi e l’Italia. È il profilo di Giuseppe Nirta (cl. ’88) di Locri, già interessato da indagini condotte da altre Procure, italiane e straniere. Gli inquirenti lo associano ad un altro italiano, Dario Bovengo (cl. ’68), dimorato a Brescia e titolare di un’azienda, legato sentimentalmente a una donna di origini colombiane, coinvolta nel traffico di cocaina con il ruolo di organizzatrice e di collegamento con i fornitori situati in Colombia. Partendo dalla segnalazione del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia trasmessa al pm e delegata alla Squadra Mobile di Brescia, si è dato il via ad una corposa indagine europea, acquisendo le chat di SkyEcc, culminata in due ordinanza di custodia cautelare eseguite oggi dagli agenti della Polizia di Brescia.
La lettura delle chat ha quindi consentito di accertare una serie di trasferimenti di denaro verso la Colombia, in favore di vari soggetti residenti nella zona di Cartaghena mentre l’ulteriore analisi delle chat acquisite avrebbe consentito di individuare, tra i soggetti maggiormente attivi nella movimentazione di ingenti quantitativi di cocaina, l’utilizzatore del PIN “2TTK7Q” poi identificato con certezza in Francesco Giorgi (cl. ’82), formalmente residente a San Luca ma di fatto domiciliato a Gussago (BS). Dalle conversazioni risalenti al periodo marzo – agosto 2020 avrebbe fatto emergere i numerosi acquisti di droga da parte di Giorgi, ma anche il possesso di armi da fuoco. In relazione al traffico di stupefacenti, uno dei soggetti maggiormente in contatto con Giorgi è stato indentificato in Antonio Callipari (cl. ’93), già coinvolto a maggio del 2023 nel blitz “Eureka” della Dda di Reggio Calabria.
Come ricostruito dagli inquirenti, Giorgi e Callipari, dopo aver recuperato la droga, si avvalevano di alcuni fidati corrieri, identificati con certezza in Domenico Pangallo e Ciro Velotti, per la successiva cessione ai clienti ormai abituali e residenti nella provincia di Bresca, Milano, Como, Varese, Pavia, Arezzo e Palermo. L’organizzazione capeggiata da Giorgi, dunque, pur non avendo una stabile base operativa avrebbe comunque “lavorato” nelle province di Brescia, Roma, Reggio Calabria e Napoli, dove erano domiciliati i principali referenti e partecipi al sodalizio, i quali, ciascuno con un ruolo ben definito, «sarebbero stati in grado di soddisfare le richieste di stupefacente provenienti soprattutto dalla Campania, dalla Puglia e dalla Sicilia».
Il trasporto della droga – sempre secondo quanto emerso dall’inchiesta – sarebbe avvenuto grazie ai corrieri Pietro Muccini (cl. ’58), Antonio Santuoso (cl. ’88) e Aldi Rustani (cl. ’97) i quali, dopo essersi riforniti, avrebbero trasferito la cocaina nella provincia di Brescia dove poi veniva occultata in alcuni luoghi individuati da Francesco Giorgi. Poi, gli stessi corrieri recuperavano la droga per effettuare una capillare distribuzione in favore degli abituali clienti sparsi su tutto il territorio nazionale. Muccini e un altro corriere deceduto poi nel 2023 sarebbero stati alle dipendenze di altri soggetti di origine calabrese, soprannominati “Colosseo”, “Vaticano” e “Benzemà”. Questi ultimi, dopo aver assegnato ai corrieri autovetture munite di sofisticati “doppifondi”, attraverso messaggi criptati impartivano loro le direttive sui luoghi in cui reperire o consegnare le partite di cocaina o somme di denaro provento dei traffici delittuosi.
Gli inquirenti sono riusciti ad individuare anche i tre soggetti calabresi. “Vaticano” sarebbe da identificarsi in Antonio Pipicella, attivo nel territorio romano, il quale, seppure formalmente residente a San Luca, era stabilmente domiciliato in un appartamento di proprietà del corriere poi deceduto, a Roma. “Benzema”, invece, sarebbe stato individuato in Antonio Callipari, già in stretto contatto con Francesco Giorgi, e in stretto contatto con i fornitori, i corrieri e gli acquirenti dello stupefacente. Il soggetto soprannominato “Colosseo”, infine, sarebbe da identificarsi in Antonio Pizzata, figlio di Giovanni Pizzata, soggetto di «elevatissima caratura criminale».
Grazie così al monitoraggio dei soggetti facenti parte del sodalizio bresciano, gli inquirenti sono convinti di aver fatto luce su una capillare rete di distribuzione di cocaina in tutta Italia. In Puglia, ad esempio, sono state accertate numerose cessioni di ingenti quantitativi di cocaina nei comuni di Copertino (LE) e di Racale (LE) e nelle province di Foggia e di Brindisi. Quanto alla distribuzione di cocaina nella regione Campania, tra il mese di dicembre 2022 e il mese di marzo 2023, erano registrate plurime cessioni di cocaina in provincia di Napoli, specialmente nel comune di Marano di Napoli (NA) o direttamente in città, nella zona denominata “Arenaccia”, assoggettata al clan “Contini” facente parte dell’Alleanza di Secondigliano. Alcuni soggetti campani risultavano, inoltre, attivi nel curare la distribuzione dello stupefacente in Sicilia, con consegne a soggetti gravitanti nelle province di Palermo, Catania, Agrigento, Ragusa e Siracusa. (g.curcio@corrierecal.it)
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