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l’intervista del Corriere della calabria

Lo scioglimento di San Luca è una «sconfitta dello Stato». Sulla lotta alla mafia, «non condivido le misure del Governo»

Angela Napoli condanna «l’antimafia di facciata». «Il piano per uccidermi fu sottovalutato, ma sono stata fortunata»

Pubblicato il: 01/04/2025 – 6:44
di Fabio Benincasa
Lo scioglimento di San Luca è una «sconfitta dello Stato». Sulla lotta alla mafia, «non condivido le misure del Governo»

COSENZA Gli inizi in politica come consigliera co­munale a Taurianova. La lotta e il contrasto alla criminalità organizzata accompagnano Angela Napoli durante le sue due vite: quella militante nel centrodestra e quella della politica attiva vestendo i panni di parlamentare e componente della commissione antimafia. Una politica di razza, l’unica a presentare una lista (di sole donne) nel Comune di Platì, in provincia di Reggio Calabria, quando nessuno si sognava di farlo. Una battagliera, per qualcuno una spina nel fianco: insidiosa a tal punto da diventare destinataria di un messaggio di morte. Oggi il suo impegno è rivolto all’associazione “Risveglio Ideale“, al Corriere della Calabria – in una lunga intervista – parla di lotta alla ‘ndrangheta, non risparmia aspre critiche alla maggioranza di Governo e ribadisce il proprio impegno. Il coraggio è quello di sempre!

La lotta alla ‘ndrangheta prosegue, ma perché si ha sempre la sensazione di una sottovalutazione del contrasto alla più potente holding criminale del mondo?

«Perché – a mio avviso – è diminuita la sensibilità e la volontà di contrastarla realmente, non da parte degli organi inquirenti ma da parte della cosiddetta antimafia che è diventata di facciata. Una volta forse non si era consapevoli della vera capacità della ‘ndrangheta e delle attività della criminalità organizzata: il contrasto era tutto in mano alle forze dell’ordine, alla magistratura e alla vera antimafia. Oggi si tende a non parlarne, assistiamo a delle scarcerazioni dei boss come se fosse un atto normale. Non ci si rende conto che i boss in realtà continueranno a svolgere la loro attività anche in maniera più vigorosa. La parte civile della società non parla di mafia, non si scandalizza di fronte alle scarcerazioni, di fronte al potere che la ‘ndrangheta ha acquisito ormai in tutta Italia, nella gestione delle attività economiche. E’ come se fosse diventato tutto normale».

La ‘ndrangheta si è evoluta, diventa difficile intercettare i malandrini…

«E’ talmente camuffata che ormai diventa difficile, a volte, anche per gli stessi inquirenti. E’ complicato comprendere il limite che racchiude la parte nera, scura, malata del territorio e della società civile: la ‘ndrangheta non è facilmente individuabile all’interno delle stesse istituzioni, all’interno delle imprese. Dalle operazioni e dalle inchieste emergono sempre gli stessi nomi, non cambiano mai, sono sempre quelli, solo che ad essere protagoniste sono le nuove leve delle medesime famiglie, a mio avviso, più pericolose dei vecchi boss abituati ad usare la lupara. Era più facile individuarli. La “nuova” ‘ndrangheta usa altri metodi, insediandosi laddove c’è il potere reale e uccidendo la libertà dei cittadini».

E’ una donna di destra, seppur da anni non impegnata in politica. Cosa pensa delle misure pensate ed adottate dal Governo nel contrasto alle mafie?

«Non le condivido, non condivido il lavoro del Governo. Il ministro Nordio dice che le misure messe in campo non inficiano la lotta alla mafia, ma non è così. Penso – per esempio – alla sottovalutazione della corruzione, a tutto ciò che apparentemente non è ‘ndrangheta. Sono molti i reati che vengono sottovalutati, ma che in realtà incidono molto sul contrasto alla vera criminalità. Le norme stanno diventando eccessivamente garantiste. Quando lo dico qualcuno mi accusa di essere in contrasto con la Costituzione Italiana, ma non è così. Chi sbaglia deve pagare, il garantismo legislativo crea l’impunità».

Come giudica l’ennesimo scioglimento del Comune di San Luca? E’ una sconfitta dello Stato?

«Non c’è dubbio. E’ sancito dalla vecchia legge sullo scioglimento dei consigli comunali. La definisco “vecchia” perché da anni si parla di modifiche al testo ma non c’è nessuna volontà di cambiare questa norma. San Luca è il centro dove ancora vengono impartiti gli ordini, impartite le direttive alle famiglie che sono altrove, ma la base è sempre lì. Mi chiedo perché non si possa adeguare il contrasto e si debba sempre arrivare allo scioglimento. Anche i commissari straordinari non hanno poteri tali da poter incidere realmente, possono limitarsi a gestire l’ordinario».

Torniamo indietro di qualche anno. Le ha fatto più male la revoca della scorta o ricevere notizia di un piano per la sua eliminazione?

«Ho dovuto accettarle entrambe. La revoca della scorta in realtà era un po’ dovuta. Sono stata 22 anni sotto scorta, nel momento in cui mi è stata tolta mi ha fatto male perché anche se non più da parlamentare ho proseguito con l’associazione “Risveglio ideale” a battermi per il contrasto della criminalità organizzata.
In merito al piano per eliminarmi, la cosa che mi ha fatto veramente male è che è stato sottovalutato dalla magistratura, dalle inchieste. Nessun intervento giudiziario nei confronti di chi quel progetto lo aveva preparato e lo stava per attuare. Sono stata fortunata perché la macchina individuata come obiettivo è stata intercettata in tempo e sono riuscita a salvarmi».

L’ultima domanda. C’è qualcosa che Angela Napoli non rifarebbe?

«Se dovessi tornare indietro rifarei tutto. Per quanto attiene il contrasto alla mafia, non ho più la capacità di muovermi come prima anche per questioni di salute, ma non arretrerò mai e cercherò di non venire meno a tutte quelle battaglie fatte anche durante l’attività da parlamentare». (f.benincasa@corrierecal.it)

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