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La caserma da villa dei Mancuso a simbolo della lotta alla ‘ndrangheta e Piantedosi visita le terre di Maria Chindamo – FOTO

Paese “blindato” e auditorium pieno per la cerimonia, il ministro raggiunge il luogo dove la donna venne rapita e uccisa nel 2016

Pubblicato il: 03/04/2025 – 22:12
La caserma da villa dei Mancuso a simbolo della lotta alla ‘ndrangheta e Piantedosi visita le terre di Maria Chindamo – FOTO

LIMBADI A pochi chilometri dal luogo dell’autobomba che uccise Matteo Vinci e dal terreno di Maria Chindamo, nel feudo della potente famiglia di ‘ndrangheta dei Mancuso. «Un segnale forte contro la ‘ndrangheta» ha esordito il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi dall’auditorium di Limbadi. Sullo sfondo il panorama del golfo che da Nicotera arriva al porto di Gioia Tauro, due luoghi che in passato sono stati simbolo e strumento, come Limbadi, della potenza ‘ndranghetista. Qui lo Stato ora consolida le sue radici, inaugura la caserma dei Carabinieri in un bene confiscato al clan Mancuso, segnando quello che da anni è ormai un «cambio di passo evidente», all’insegna della rinascita e del rilancio del territorio.

Presenti le istituzioni regionali e locali

In un paese “blindato” per l’occasione, al fianco del ministro Piantedosi ci sono le istituzioni di “frontiera”: i vertici dell’Arma con il generale Salvatore Luongo, quello regionale Riccardo Sciuto e il comandante provinciale vibonese Luca Toti. Ci sono i procuratori calabresi, da Camillo Falvo a Giuseppe Lombardo, oltre ai neonominati di Cosenza e Catanzaro Vincenzo Capomolla e Salvatore Curcio. C’è anche la politica regionale guidata da Roberto Occhiuto, i sindaci del territorio, il capo della Polizia Vittorio Pisani, il questore Rodolfo Ruperti, il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro e il prefetto Anna Aurora Colosimo. Manca, come annunciato, Giorgia Meloni, impegnata nell’affrontare l’altra guerra “esterna” dei dazi imposti da Trump.

L’emozione del sindaco Mercuri

Dopo il picchetto d’onore al ministro, ad aprire l’evento è stato il sindaco di Limbadi Pantaleone Mercuri: «Per la comunità è una giornata fondamentale» ha detto, rivolgendo un ringraziamento speciale «a tutte le donne e gli uomini dell’arma che quotidianamente ci garantiscono sicurezza». È toccato poi al generale Luongo, ad Occhiuto e infine a Piantedosi rivolgersi ad un auditorium pieno di giovani. «Voi – ha detto loro Occhiuto – potete davvero costruire il futuro di una Calabria bellissima, che non si è sviluppata per colpa delle cosche e di chi, miope, ha pensato che qui non si potesse fare nulla perché c’era la ‘ndrangheta».

La visita sui terreni di Maria Chindamo

Il ministro Piantedosi, insieme alla presidente della commissione antimafia Chiara Colosimo, hanno poi tagliato il nastro posto all’entrata della nuova caserma. Confiscata nel 2005 al clan Mancuso, la villa di via Aldo Moro è stata negli anni utilizzata per altri scopi, per ultimo come sede dell’Università della Ricerca, della Memoria e dell’Impegno. Adesso sarà la sede della Stazione dei Carabinieri di Limbadi, simbolo «della presenza di uno Stato che è più forte della ‘ndrangheta». Non distante il terreno di Maria Chindamo, l’imprenditrice uccisa dalla ‘ndrangheta. Il ministro, insieme al fratello di Maria Vincenzo Chindamo e la figlia Letizia Punturiero, ha deposto una corona di fiori di fronte al cancello dove il 6 maggio 2016 fu rapita. «Maria – ha detto – ha pagato con la vita la sua scelta di ribellarsi alla prevaricazione e alla violenza della criminalità organizzata. Lo Stato è vicino ai familiari di Maria e a tutte le persone che come lei hanno scelto di stare dalla parte giusta». (ma.ru.)

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