LAMEZIA TERME L’appuntamento elettorale di fine maggio si avvicina e “In primo piano” (in onda su L’altro Corriere Tv, canale 75 del dt), ora che mancano poco più di 20 giorni alla presentazione ufficiale delle liste, si occupa della sfida lametina intervistando il candidato sindaco del centrodestra Mario Murone. L’avvocato e docente universitario a Germaneto è uno dei tre aspiranti sindaci con Doris Lo Moro, nome unitario del centrosinistra, e una candidatura che potremmo definire “terza” anche se di estrazione di centrodestra ovvero quella di Giampaolo Bevilacqua. «È un’esperienza bellissima – esordisce Murone – vengo dalle aule dei tribunali e dalle aule universitarie, non ho abbandonato questo tipo di attività naturalmente, ora mi dedico anche alla politica, è un momento topico in cui dobbiamo muoverci e capire quali sono i problemi, bisogna confrontarsi con la base degli alleati che hanno proposto la mia candidatura che ho accettato, e quindi c’è tanto lavoro da fare, lo stiamo facendo nel migliore dei modi. C’è ancora tanta strada da fare».
Le sfide perse e una storia negli ultimi decenni tutt’altro che semplice – con tre scioglimenti del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa, altre vicende particolari come la sospensione del sindaco uscente per delle irregolarità in alcuni seggi – sono il primo tema affrontato. «Questo è un lavoro – risponde Murone – che deve impegnare tutti, i partiti e coloro i quali hanno deciso di redigere le liste, ma è un lavoro che deve coinvolgere anche il sindaco. Bisognerebbe fare anche un bel po’ di attività preventiva, non intervenire dopo la presentazione delle liste. È necessario fare degli accertamenti evitando che poi spunti dal cilindro un coniglio e si dica: eccolo là, abbiamo trovato chi non va bene». A proposito di liste, Murone anticipa che oltre alle 4 “di partito” ce ne sono altre 3 sicure e «in predicato anche una quarta».
Sullo sfidante che storicamente ha sempre militato nell’alveo del centrodestra, sono possibili recuperi in extremis o questa è una situazione ormai cristallizzata? «Come ho già detto più volte ritengo che Bevilacqua come chiunque altro è libero di effettuare la sua scelta, da quello che mi pare di comprendere le determinazioni del candidato Bevilacqua sono state assunte perché vi erano delle situazioni che lo hanno indotto a rompere col centrodestra: oggi quella situazione dovrebbe essersi per così dire regolarizzata, rimane una sua scelta ritornare nell’alveo del centrodestra oppure continuare e proseguire da solo, nessuno può dirgli nulla…».
Alla domanda se il sindaco uscente Mascaro – avendo aderito a Forza Italia – legittimamente si aspettasse una conferma e sugli eventuali profili di incandidabilità, Murone risponde di aver «iniziato a considerare l’ipotesi di candidatura a ottobre dal 2024, è stata una valutazione che ho portato avanti nel corso del tempo con alti e bassi, con ripensamenti con approcci più o meno costanti, e poi alla fine si è così concretizzata: mi è stata offerta la candidatura e l’ho accettata. La mia discesa in campo è completamente scevra da questi fenomeni che si sono verificati per situazioni collaterali – potremmo definirle così – che hanno interessato il centrodestra tant’è che non è stata neanche condizionata dall’adesione o meno di alcune frange del centrodestra». Mascaro le darà una mano? «Non lo so, dipende da lui, non posso chiedergli di darmi una mano. Se ritiene di poter contribuire al nostro percorso attraverso delle indicazioni, che magari possono dare un senso di continuità amministrativa rispetto alla sua gestione del Comune di Lamezia, lo può fare assolutamente. Però non so quali siano le sue intenzioni in questo momento. Diciamo che le ultime notizie non vanno sicuramente in questa direzione…».
Ancora sul sindaco uscente, e rivendicando una filiera di centrodestra che la sua eventuale elezione a primo cittadino garantirà sia a livello provinciale che regionale che nazionale, Murone aggiunge: «Mascaro, pur aderendo a Forza Italia, ha avuto una giunta che non era espressione della politica lametina, è stata una giunta civica e parte di essa in realtà non era neanche espressione dal centrodestra…».
Per come ha confermato al Corriere della Calabria il segretario provinciale del Partito democratico, Domenico Giampà, Murone avrebbe avuto delle interlocuzioni con il centrosinistra, l’avvocato conferma di essere «stato avvicinato da personaggi di rilievo dell’area opposta al centrodestra, che hanno sondato la possibilità di candidarmi come sindaco nella loro compagine, evidentemente cercavano qualcosa di nuovo e di diverso rispetto a quello che rappresenta la vecchia politica. Come sempre accade, perché rientra nel mio modo di essere, ho interloquito, è un problema non di adesione alla loro richiesta ma semplicemente di educazione e di confronto costruttivo. Vivo in questa città da tantissimi anni, ci sono nato, poi mi sono allontanato per ragioni lavorative e sono ritornato non l’altro ieri ma nel 2008, vado spesso fuori e non sono presente quindi ho semplicemente cercato di capire un po’ quali erano le prospettive politiche della città e quali le problematiche da affrontare. Non bisogna dimenticare che ero candidato in pectore del centrodestra, quindi non ho mai abbandonato questa posizione: credo che interloquire anche con altri non significhi tradire le aspettative di chi ti ha indicato per primo, ma significa semplicemente cercare di capire come si muove la politica a Lamezia, tant’è che non siamo mai arrivati al nulla di fatto, ma non perché io abbia inteso più o meno rivolgermi all’uno o all’altro, perché io non ho mai preso minimamente in considerazione una candidatura con centrosinistra».
«Non posso non pensare che Doris Lo Moro sia una persona di grandissimo rilievo morale, di grandissimo rilievo politico e di grandissimo rilievo professionale: sono tutti aspetti positivi naturalmente, non si può sicuramente dire dalla dottoressa Lo Moro che non sia una competitor di rilievo però credo che la vicenda verificatasi nel centrosinistra sia la dimostrazione – e lo dico veramente in maniera assolutamente oggettiva senza recare offesa a nessuno – che una determinata politica ormai ha fatto il suo tempo».
Poi i temi contenutistici: si parte dalla possibilità di far recuperare a Lamezia il ruolo di fulcro, non solo geografico, della regione. «Io – afferma Mario Murone – ritengo che Lamezia sia il cuore della Calabria, non solo per una questione topografica e geografica, è l’unica città equidistante dai due poli estremi della regione più lunga d’Italia – la città metropolitana di Reggio Calabria e la città di Cosenza che stanno assumendo evidentemente una dimensione molto più estesa, – Lamezia avrebbe veramente dovuto svolgere questo ruolo. Nei miei confronti con persone che vivono fuori Lamezia, questa sensazione si percepisce come risultato comune del pensiero: tutti ritengono che Lamezia sia una città di un certo rilievo, che ha effettivamente questa potenzialità.Anzi, addirittura, ritengono che Lamezia già sia ciò che dovrebbe essere: una città vivida, una città con delle prospettive, anche se effettivamente non sempre si sono realizzate. A me piace però fare un esempio perché tutto questo non è imputabile a terzi: è imputabile a noi lametini perché non siamo riusciti fino ad oggi a dare la giusta dimensione alla nostra città. Faccio un esempio banale, ma anche significativo del modo in cui si intende la lametinità, ovvero la questione relativa alla ubicazione dell’aula bunker nell’area ex Sir e alle prospettive che avrebbe potuto dare al comprensorio industriale. Si sarebbe potuto sfruttare questa occasione come volano per tutta una serie di iniziative ulteriori, anche di tipo convegnistico e scientifico, pensiamo ad esempio ad un auspicabile intervento dell’università e delle categorie professionali. Ecco – aggiunge Murone – un esponente di punta dell’avvocatura lametina ha definito l’area in cui è stata costruita l’aula bunker una landa desolata quindi evidentemente siamo noi stessi che diamo l’impressione di vivere in una situazione che non è meritevole di attenzione. I cosentini stanno facendo di tutto per richiamare i processi nel proprio territorio…».
Infine, i numeri in costante e continua crescita di un aeroporto dove Ryanair si appresta a realizzare la sua seconda base operativa, con un indotto di circa 300 posti di lavoro. Oggi questa grande infrastruttura garantisce il diritto alla mobilità di circa tre milioni di persone ogni anno ma, tuttavia, manca ancora la connessione con la stazione ferroviaria. «Per strada un imprenditore mi chiedeva “ma ci vuole tanto a fare una scala mobile che porti dall’aeroporto fino alla stazione? Non è così lontana”. Questa è una questione veramente sentita, perché giustamente l’imprenditore lametino che ha l’idea di realizzare, di sviluppare l’ambiente in cui vive ha necessità di usufruire di determinati strumenti che gli consentano di fare impresa. È un problema che va risolto ed è uno dei problemi che saranno sicuramente affrontati e risolti dalla nuova amministrazione perché non è ammissibile che non ci sia un collegamento continuo tra l’aeroporto e la stazione di Sant’Eufemia, non è ammissibile peraltro che Sant’Eufemia – la porta della città sia stata abbandonata in questo modo nel corso degli anni, è il primo luogo in cui bisogna operare perché noi dobbiamo dare un’idea diversa di città, un’idea nuova, moderna, produttiva. Il problema non riguarda solo la connessione intermodale aeroporto-stazione ferroviaria, ma tutto quello che ne consegue: il collegamento con la città di Lamezia centro, il collegamento con Germaneto». Murone cita un dato: «Leggevo oggi un articolo significativo sul Corriere della Sera: il meridione spende 5 miliardi di euro all’anno a Milano per gli studenti, questo è un dramma non solo di Lamezia Terme. Una quota parte di questi proventi li vogliamo destinare alla nostra terra? Potremmo autofinanziarci».
Con riferimento al centro protesi, recentemente il direttore generale dell’Inail ha anticipato grandi investimenti per trasformarlo nel secondo hub dell’Istituto, secondo Murone gli eventuali fruitori «dovranno anche arrivare a Lamezia, e dunque, serviranno collegamenti con strutture alberghiere, ristoranti, servizi». (redazione@corrierecal.it)
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