Il partito socialista probabilmente è stato il più importante partito della prima Repubblica. Dallo strappo del 56 al primo centrosinistra, al riformismo di Pietro Nenni e poi di Giacomo Mancini e di Bettino Craxi, il Psi ha avuto una classe dirigente di altissimo livello. Dando un’impronta riformista che era nell’alveo della sinistra ma divisa dalla geopolitica internazionale. Trent’anni dopo la fine, il partito socialista potrebbe avere in Calabria un clamoroso successo. Nella regione in cui aveva il 30% dei consensi alle amministrative. Cosenza ha un sindaco socialista, Franz Caruso, e Rende potrebbe averne un altro, Sandro Principe. Ma i socialisti sono competitivi per esprimere un loro primo cittadino anche a Paola, Cetraro, Cassano allo Jonio, e in altri piccoli comuni. Ovviamente essere competitivi non significa avere vinto ma è un dato in ogni caso da registrare. E potrebbe essere una spinta per entrambi gli schieramenti principali. Per il centrosinistra, che può ambire a essere forza di governo se abbraccia i principi di libertà, garantismo, uniti alla giustizia sociale, e per il centrodestra che pur godendo di ottima salute a livello nazionale deve necessariamente mantenere una condizione di umiltà e di rapporto con l’elettorato. Il partito socialista rappresentava un’idea di sinistra assai moderna in Italia, che conteneva in sé elementi anche di difesa dell’identità nazionale. Vedremo cosa diranno le urne e se si realizzerà un paradosso che avrebbe un significato politico importante.
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