Alessandro Orsini ha tracciato una condizione che lascia pensare. Secondo il giornalista il Presidente degli Stati Uniti, Trump tenterebbe il “cessate il fuoco” in Ucraina instaurando rapporti cordiali con la Russia di Putin. Secondo altri, invece, il Presidente degli States starebbe sbagliando tutto, ritenendo che la guerra in Ucraina sarebbe destinata a continuare perché il presidente Putin non gradirebbe la tregua, soprattutto se non la ritiene vantaggiosa per il suo Paese.
Trump, da parte sua, sta dimostrando di essere condizionato dalla spesa (quella ancora da affrontare) per continuare a garantire le armi alle forze ucraine che combattono per tentare di salvare la loro indipendenza.
In tutto ciò prevale una realtà che, a giudicare da come sta evolvendo la situazione, non consente ulteriori schieramenti contro la Russia; soprattutto se si vogliono evitare conseguenze catastrofiche. Potrebbe anche essere prevedibile una “risposta” persino contro il nostro Paese, ritenendolo complice nell’invio delle armi all’Ucraina.
Intanto c’è da dire che in Medio Oriente sono ripresi i bombardamenti che hanno causato circa un migliaio di morti; dimenticandosi che fermare le guerre è un atto non soltanto di grande fermezza umana, ma soprattutto di riguardo verso l’umanità. I conflitti, spesso, sono senza obiettivi strategici, ma semplicemente osservano la tattica. Ciò può accadere quando si vogliono risollevare le sorti di un paese, soprattutto se si trova in stagnazione economica. In Medio Oriente, Israele violando il “cessate il fuoco”, ha ripreso i bombardamenti seminando morte. E nessuno ammette che una guerra per procura, è sempre una guerra, nella quale le armi uccidono. Fermarla significherebbe salvare vite di innocenti! Per ottenerla occorrerebbe la smilitarizzazione dei conflitti. Occorrerebbe, più semplicemente, la scelta della non violenza.
Per quanto riguarda il nostro Paese, è bene ricordare che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”.
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