«Io ero il suo unico confidente. Diceva a me i suoi pensieri e le sue paure. Le sue strategie per evitare ricadute». In una toccante intervista rilasciata al Giornale, l’ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto racconta del legame speciale che aveva con il figlio, Francesco, morto poco più di un mese fa.
Il senatore cosentino racconta di una sofferenza senza fine, dice: «il dolore è costante, il pensiero è costante. E io non voglio che si affievolisca. Lo difendo questo dolore. Se avessi potuto io avrei voluto essere al suo posto», ma anche di devastanti sensi di colpa: «Io cercavo di sminuire, pensavo di tranquillizzarlo, gli dicevo che in fondo erano cose normali. Forse in questo ho sbagliato».
Nel corso del colloquio con Hoara Borselli, Occhiuto ha parlato del suo “pensiero fisso”, cioè, «ricongiungermi a lui», e del modo in cui, insieme agli altri due figli e alla moglie sta affrontando questo terribile momento, «Anche senza dircelo ci teniamo per mano». Dal senatore calabrese, poi, una speranza: «Che il dolore, che è pieno d’amore, resti: ma resti solo come amore», insieme ad un progetto, sul fronte delle malattie mentali: «Non se ne parla. C’è lo stigma sociale. Sono molto più diffuse di quel che si sa. Nei prossimi mesi voglio occuparmi di questo. Penso anche a una fondazione da intitolare a Francesco».
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