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Giubileo dei Malati

Liste d’attesa, Schillaci striglia le Regioni

Inutilizzato il 24% dei fondi. Il ministro: «Il mio è un richiamo a collaborare»

Pubblicato il: 06/04/2025 – 7:57
Liste d’attesa, Schillaci striglia le Regioni

ROMA Il 24 per cento dei fondi per il piano di riduzione delle liste di attesa non è stato utilizzato, mentre i Nas, nei blitz svolti negli ospedali e nei laboratori, hanno scoperto che uno su quattro sui tempi dell’offerta di esami e prestazioni sanitarie non è in regola. La riforma delle liste di attesa si è arenata o, per lo meno, non sta dando i risultati sperati in tutto il Paese. E uno scontro così duro tra Ministero della Salute e Regioni – si legge in un approfondimento del Messaggero in edicola oggi – non si vedeva da tempo: è anomalo, anche politicamente, visto che il ministro Orazio Schillaci è espressione di una maggioranza di centrodestra, la stessa che governa buona parte delle Regioni; la stessa che esprime il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga (Friuli-Venezia Giulia). Secondo una lettera scritta una settimana fa da Schillaci, i governatori non stanno applicando la riforma in varie parti: il Centro unico per le prenotazioni, il divieto di chiudere le agende, il ricorso al privato o all’intra moenia (senza maggior addebito per il paziente) quando il pubblico non riesce a dare una risposta celere.

La replica delle Regioni

Nella replica, le Regioni hanno fatto notare che mancano le risorse promesse, non ci sono la riforma dei medici di base e una parte dei decreti attuativi delle nuove norme. Ieri, in occasione del Giubileo dei Malati, Schillaci ha cercato di usare toni meno contundenti: «Il mio richiamo alle Regioni è un richiamo a collaborare. Io ho la massima disponibilità. Sono certo dell’aiuto leale da parte di tutti i governatori perché la sanità, come ripeto, non è di un partito politico. Uno sforzo comune a livello organizzativo può fare molto per migliorare l’accesso alle cure e ridurre le liste d’attesa che rappresentano uno dei problemi peggiori per i cittadini». L’altro giorno, nel corso del question time in Parlamento, era stato meno conciliante sostenendo questa tesi: se l’abbattimento delle liste d’attesa, a otto mesi dall’approvazione della legge, è ancora lontano, è «per una volontà politica» delle Regioni e non per mancanza di fondi. Ha ventilato il «fallimento del modello regionale di gestione della sanità», ha detto che non si può parlare di «adeguata collaborazione» visto che «il confronto sul decreto attuativo che prevede poteri sostitutivi del Ministero in caso di inadempienze, dopo mesi di confronto tecnico in cui tutte le richieste regionali sono state recepite, è fermo per il veto quasi unanime da parte delle Regioni».

Due esempi virtuosi

Schillaci ha citato Lazio e Liguria (entrambe governate dal centrodestra) come esempio virtuoso, ma va anche detto che il centrosinistra governa solo sei delle 20 regioni italiane, quindi non è un problema di scontro politico. Il ministro ha citato alcuni dati: il 24 per cento dei fondi per il taglio delle liste di attesa non è stato utilizzato. Su un finanziamento totale di 1.371.956.271 euro per gli anni 2022-23-24 da parte del ministero della Salute per il recupero delle liste, le Regioni non hanno utilizzato – o hanno accantonato – una cifra pari a 323.342.886 euro. Un altro dato significativo sottolineato da Schillaci risulta dalle ispezioni dei Nas, il nucleo dei carabinieri. Lo ha ribadito in una lettera di risposta a Fedriga: «Ricordo ancora una volta che il rapporto dei Nas ha evidenziato una situazione allarmante: il 27 per cento delle strutture ispezionate presenta irregolarità gravi, tra cui agende chiuse arbitrariamente e liste di attesa gonfiate». Ancora: «Non è accettabile che le Regioni ancora non abbiano una conoscenza chiara dell’offerta di prestazioni nelle loro strutture pubbliche e convenzionate. Non è accettabile che a distanza di mesi dall’approvazione della legge, ci siano ancora resistenze o ritardi nell’applicazione. Così come non è accettabile rivendicare insufficienza di stanziamenti quando la Corte dei Conti, nella sua ultima relazione, mette nero su bianco la spesa esigua delle Regioni rispetto ai fondi ricevuti dal 2020 per le liste d’attesa». Schillaci ha confermato che incontrerà uno per uno i presidenti di Regione. Dall’opposizione parla Stefano Bonaccini, Pd, già governatore dell’Emilia-Romagna e oggi parlamentare europeo: «Ho avuto a che fare con molti ministri della Sanità e con molti governi di qualsiasi segno politico, ma non avevo mai visto un ministro che, dopo non aver fatto nulla per ridurre le liste d’attesa, dà la colpa alle Regioni».

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