VIBO VALENTIA L’ex sindaca di Vibo Maria Limardo interviene sul caso del presunto assessore incompatibile nella Giunta guidata da Enzo Romeo. «La vicenda dell’assessore moroso- scrive – nei confronti del Comune di Vibo merita necessariamente qualche considerazione, visto che fino ad oggi non ho letto alcunché in merito, soprattutto dopo quanto accaduto in sede di question time sabato scorso allorquando il Sindaco, fuggendo dalle proprie responsabilità, ha preferito non dare nessuna risposta scaricando la patata bollente nelle mani del ViceSindaco che, a sua volta, ha rimandato agli uffici per un fatto che, se confermato – e nulla vieta di pensare il contrario – sarebbe grave almeno per due ordini di motivi: il primo, se il Sindaco Romeo non fosse a conoscenza della vicenda; il secondo, se lo fosse».
«Tuttavia, a prescindere da quale sia la verità, in entrambi i casi il danno assume un peso specifico rilevante. Sì, perché nella prima ipotesi significherebbe che il capo di questa amministrazione municipale non ha assoluta contezza delle figure che ha scelto, né di ciò che accade attorno a lui; nella seconda, vorrebbe dire che ha avallato una situazione “contra legem”, disattendendo l’apposito decreto ministeriale. Questo decreto, in merito alla possibilità di rateizzare il pagamento, è chiaro: “L’obbligo di pagare il debito è correlato al sorgere del diritto di credito in favore del Comune ed a nulla rileva la concessione da parte dell’ente di un piano di rientro al fine di far venire meno la sussistenza della causa di incompatibilità”. Sul punto, la giurisprudenza ha precisato che la dilazione non è idonea “a far venir meno il requisito della esigibilità del debito per come contemplato dall’art. 63, comma primo, n. 6, D.lgs. n. 267/2000 ai fini della configurabilità della causa di incompatibilità alla carica di consigliere comunale, attenendo la rateizzazione al mero profilo delle modalità di versamento del relativo importo, senza incidenza alcuna, per contro, sull’attualità della dovutezza del pagamento e, quindi, sulla correlata immediata azionabilità nel caso di specie della pretesa creditoria vantata dal Comune” (Corte di Appello di Catanzaro, I Sezione Civile, sentenza 22 ottobre 2014, n. 1467)».
«Solo il pagamento dell’ultima rata del piano estingue il debito e, dunque, fa cessare il conflitto d’interesse derivante dalla contestuale posizione di amministratore dell’ente e debitore dello stesso. Queste domande meritano una risposta adeguata da parte del primo cittadino, al quale consiglio passionatamente di inviare tutta la documentazione in Prefettura, sempre che non intenda alimentare dubbi sulla trasparenza della sua amministrazione. Una trasparenza per cui ho lottato duramente nel corso del mio mandato, tra mille difficoltà che – a questo punto sono certa – questo esecutivo non avrebbe retto, sfaldandosi al primo colpo, e che sono comunque riuscita a mantenere nonostante il costante gracchiare dei corvi. Un silenzio, quello del sindaco, che stupisce e fa rumore. Evidentemente fugge dalle proprie responsabilità che, mi preme ricordargli, ha assunto con giuramento nel momento in cui si è insediato alla guida dell’ente. Responsabilità che comportano oneri, molti, e onori, nessuno, visto che al momento non v’è traccia della sua impronta sulla città. Perché non è intervenuto fino ad oggi? Cosa sta aspettando? Ha compreso la gravità della vicenda? Ha davvero capito che si sta consumando qualcosa contro legge? Evidentemente non può parlare, perché anche in questo caso ci troviamo di fronte a una cambiale elettorale, come già accaduto con la nomina del capo di Gabinetto. Ma sappia che tutta la cittadinanza attende una sua versione su questa vicenda, che di trasparente sembra avere ben poco. Un simile comportamento, infatti, non fa altro che alimentare l’idea che una scappatoia si trovi sempre, anche in presenza di situazioni scomode e – come in questo caso – non previste dalla normativa. Basta semplicemente non parlarne».
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