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«Senza i risultati di questi ultimi 3 anni e mezzo tutti gli ospedali sarebbero chiusi»

Il presidente Occhiuto: «Per la mia operazione seguita una prassi consueta. L’incontro con la famiglia Congi? Certe cose si fanno in silenzio»

Pubblicato il: 08/04/2025 – 20:40
«Senza i risultati di questi ultimi 3 anni e mezzo tutti gli ospedali sarebbero chiusi»

REGGIO CALABRIA «La mia ambizione, che vorrei realizzare entro il 2026 o anche entro il 2027, è uscire dal piano di rientro». Lo ha detto il presidente della Regione Roberto Occhiuto, commissario della sanità, concludendo il dibattito sulla sanità in Consiglio regionale, ribadendo quanto già anticipato nella sua introduzione e replicando agli interventi dai banchi dell’opposizione di centrosinistra.  «In tre anni e mezzo abbiamo fatto 30 volte in più di quanto fatto nei 12 anni precedenti. Se non avessi preso i medici cubani, se non avessi fatto 3.500 assunzioni oggi tutti gli ospedali sarebbero chiusi», ha quindi evidenziato Occhiuto.

«Nella sanità come nel calcio: tutti allenatori ma pochi capiscono davvero»

«Io – ha esordito Occhiuto – non ho mai voluto dare una immagine meravigliosa della sanità calabrese, sono il primo ad avere coscienza dei problemi che i calabresi vivono ogni giorno e che resta tantissimo da fare. Mai ho salutato con giubilo alcuni risultati, ho sempre detto ai miei collaboratori di non enfatizzare certi risultati. Ma il nostro compito è anche dare speranza e non creare solo sfiducia, perché la sfiducia genera anche la mobilità passiva. Ma è vero o non è vero che in 12 anni di commissariamento prima di me sono state fatte zero assunzioni, e in tre anni ne abbiamo fatto 3.500 mentre 2.500 persone andavano in pensione? Questo è un fatto o solo un annuncio? E’ vero o non è vero che in 12 anni di commissari, tutti figli di un pregiudizio odioso verso la Calabria, non sono mai stati approvati i bilanci e io in tre anni e mezzo l’ho fatto? Nella sanità – ha osservato il presidente della Regione – succede come nel calcio, fanno tutti gli allenatori ma pochissimi ne capiscono».

«Prima di me l’anarchia nella sanità calabrese»

«Il tema – ha proseguito Occhiuto – è che noi usciremo dal commissariamento perché abbiamo finalmente dimostrato di avere il governo dei conti e i Lea stanno migliorando. Ma la mia ambizione, che vorrei realizzare entro il 2026 o anche entro il 2027 – lo potrà fare chi si occuperà di sanità, se sarò io lo farò io, se sarà qualcun altro lo farà qualcun altro – è uscire dal piano di rientro. E’ vero o no che in 12 anni con i commissari mandati con quel pregiudizio – uno che ha lavorato bene però è stato Massimo Scura che guarda caso ha litigato con l’allora presidente della Regione che voi sostenevate – il punteggio Lea è sempre stato insufficiente? E’ vero o non è vero che i tre grandi ospedali – Sibaritide, Vibo Valentia e Piana di Gioia Tauro – erano solo sulla carta? Poi è chiaro che dobbiamo migliorare sull’assistenza territoriale ma che dobbiamo fare, non li facciamo più? Poi certo bisogna anche formare i medici di medicina generale affinché facciano filtro evitando che tutti vadano nei pronto soccorso. Prima di me 12 anni di commissariamento hanno generato una condizione di anarchia nelle diverse aziende: ora abbiamo commissari o direttori generali che la Calabria non ha mai avuto, molti li ho convinti anche se erano manager che avevano lavorato in altre regioni con il centrosinistra, ma essendo bravi li ho scelti. Prima di me c’è stato il caos, nessuno ha governato la sanità e si sono consolidati comportamenti opportunistici che nessuno ha sradicato: bisogna investire in questa direzione, per questo – ha ricordato Occhiuto – abbiamo fatto protocolli con la Dia creando deterrenza contro i grumi di potere. Noi stiamo facendo una rivoluzione anche sotto questo aspetto: Azienda Zero è nata per questo e sta finalmente operando bene – tutta la parte della digitalizzazione e dei concorsi passano ad Azienda Zero e per questo sono riconoscente a Miserendino».

Liste di attesa e Pnrr

«Non è vero – ha poi sostenuto Occhiuto – che il commissariamento per gli ospedali è un atto di debolezza o un fallimento, perché comunque prima facevano la posa delle prime pietre e basta, con noi già ci sono state accelerazioni. Il commissariamento nasce dall’esigenza che per fare varianti al Piani finanziari non bisogna passare in mille uffici e perdendo tre anni e mezzo come abbiamo constatato: con i poteri di protezione civile si risolve questo tema, nessun fallimento.  Finora la Calabria è stata considerata come la più reietta, c’erano presidenti che minacciavano di incatenarsi se non gli davano il commissariamento, e ora che c’è un presidente che si fa dare i maggiori possibili poteri – con due camicie di forza che sono il commissariamento e il piano di rientro – ci si lamenta. Quindi il mio obiettivo è uscire dal commissariamento e poi dal piano di rientro. Altri flash di Occhiuto: «I tempi di attesa del 118 sono diminuiti, purtroppo non ancora in modo tale per centrare i target del ministero, ma lo dice anche Gimbe che bisogna tenere conto anche dell’orografia: su questo c’è una riflessione della nostra parte politica nazionale. Liste di attesa: le risorse di cui parla l’opposizione non sono nelle casse delle liste di attesa ma sono state trasferite alle aziende e sono state anche già utilizzate producendo spesa. Sul Pnrr abbiamo centrato tutti gli obiettivi sulla digitalizzazione dei Lea e sulle grandi apparecchiature. Su Case e ospedali di comunità – ha aggiunto il presidente della Regione – confidiamo di poter centrare gli obiettivi perché abbiamo creato una task force che vigilerà sulle aziende sanitarie affinché rispettino i tempi. Poi certo dovremo capire chi metterci».

La mobilità passiva

Secondo Occhiuto bisogna fare «attenzione a non dare una immagine più fosca di quella che è altrimenti generiamo anche la mobilità passiva. La mobilità passiva di 300 milioni nel 2023 ha sì avuto un incremento rispetto al 2022 ma il punto di riferimento è il 2019, il pre-Covid, solo che oggi abbiamo ridotto del 19% la mobilità passiva per prestazioni di media complessità, quella che è aumentata – +16% – è quella della cardiochirurgia, per questo abbiamo deciso di fare un investimento nel pubblico per la cardiochirurgia. Noi paghiamo il prezzo delle alte specialità che ancora mancano in Calabria e anche di questo clima di sfiducia spesso generato da noi stessi».

Le repliche a Bruni e Tavernise

Due repliche specifiche ad Amalia Bruni (Pd) e Davide Tavernise (M5S). «A differenza di molti che vanno fuori a operarsi, ho deciso di operarmi in Calabria. Non mi sono portato un medico privato, mi hanno operato quelli di Catanzaro che hanno fatto quello che hanno fatto tra il 2023 e nel 2024 per 23 volte, cioè si sono fatti assistere da altri medici e questo si fa in tutt’Italia, senza gravare di un euro sul bilancio regionale. E sono contento che abbiano scelto un medico calabrese. Quanto a Tavernise sugli “imboscati” mi dice di fare un esposto: che ne sa se ho fatto un esposto? Non c’è stato un comportamento omissivo, come non c’è stato un comportamento omissivo nel caso di Serafino Congi. Tavernise mi ha detto di spendere una parola su Serafino Congi, di parlare con la famiglia, ma che ne sa di queste cose? Che ne sa se ho incontrato la famiglia, la moglie e i figli? Queste sono cose che si fanno in silenzio».

I medici cubani

Occhiuto ha quindi osservato: «In tre anni e mezzo abbiamo fatto 30 volte in più di quanto fatto nei 12 anni precedenti. Ma non è sufficiente quello che abbiamo fatto, dobbiamo fare molto di più, e non mi perdo d’animo, voglio fare molto di più e voglio consegnare a chi verrà dopo di me – anche nel caso non fossi io – con i Lea più alti, i nuovi ospedali costruiti e molti problemi risolti. La riforma che ho in mente e vorrei fare è una riforma che mette sotto una stessa direzione tutta la rete ospedaliera, magari provinciale, cioè l’hub e gli spoke, ma questo non si può ancora fare perché prima dobbiamo restituire normalità al sistema«. Quindi, la conclusione di Occhiuto: «Ho molto rispetto delle testate giornalistiche e dei giornalisti calabresi, ma vorrei che in Calabria ci fosse una nuova testata giornalistica, magari una televisione privata che si chiamasse “tele come sarebbe stato”, e facesse vedere ai calabresi quello che si è fatto in questi tre anni e mezzo. Bruni ha parlato di “nebulosa” e di opacità nella vicenda dei medici cubani: ma la Fantozzi è stata premiata al Quirinale per aver contribuito a prendere i medici cubani. Se non avessi preso i medici cubani, se non avessi fatto 3.500 assunzioni oggi tutti gli ospedali sarebbero chiusi. Vorrei che qualcuno avesse l’onestà intellettuale di ricordarlo, non dico ai calabresi ma almeno a loro stessi». (a. c.)

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