REGGIO CALABRIA Opposizione all’attacco nella seduta del Consiglio regionale dedicata al dibattito sulla sanità. Dopo l’introduzione del presidente della Regione e commissario della sanità Roberto Occhiuto, si è aperta la discussione, con gli interventi dai banchi del centrosinistra, fortemente critici nei confronti dell’azione dello stesso Occhiuto, difeso invece dalla maggioranza di centrodestra.
Secondo Amalia Bruni (Pd) «non c’è una rotta, una visione, non c’è un progetto condiviso, ma finora abbiamo solo annunci. Sui Lea c’è il grave peggioramento a esempio per l’oncologia. Sul piano dei conti abbiamo visto solo artifici contabili. Su 61 Case di comunità finanziate con il Pnrr ne sono attive zero. E’ stata creata Azienda Zero ma la legge istitutiva è stata modificata ben sei volte e finora è stata fallimentare sancendo l’agonia del Dipartimento regionale. Il sistema dell’emergenza urgenza è al collasso: a Cutro un neonato con difficoltà respiratorie è stato senza assistenza per 40 minuti. C’è poi la nebulosa questione dei medici cubani, ci sono le mancate assunzioni, rilevo che il presidente abbia sempre contestato i “gettonisti” ma poi è stato operato in una struttura pubblica da un privato. E rilevo continue dichiarazioni a favore della sanità pubblica mentre poi gli atti parlano invece di una strisciante privatizzazione».
Davide Tavernise (M5S) ha osservato: «Quello che non si può più accettare è questa narrazione della Calabria come una regione al top. Sulle liste di attesa la Calabria ancora tiene in cassa il 90% delle risorse avute tra il 2022 e 2024, il risultato è che a esempio ci vuole un anno per una colonscopia. La mobilità passiva nel 2024 è pari a oltre 304 milioni, in aumento rispetto all’anno precedente. E in Calabria è difficile persino recuperare una cartella clinica. Sugli “inidonei” e gli “imboscati” chiedo al presidente Occhiuto un cambio di passo. Attendo anche una parola del presidente su quanto accaduto con la morte di Serafino Congi».
Ernesto Alecci (Pd) ha rimarcato: «Vedo che ci sono calabresi di serie A e di serie B, con la penalizzazione di aree interne e del catanzarese. Non c’è una situazione di normalità per quanto Occhiuto si sforzi di dire che la Calabria sta raggiungendo la normalizzazione, grave poi il fallimento della neuropsichiatria infantile. La realtà è che non c’è un governo soprattutto sul piano amministrativo». Per Antonio Lo Schiavo (Misto) «in questo dibattito forse è consigliabile usare maggiore prudenza perché alcuni messaggi rischiano di creare un cortocircuito con i cittadini, i dati smentiscono la narrazione per cui le cose stanno cambiando. Il presidente Occhiuto ha avuto e ha poteri straordinari come nessun altro e risorse come mai in passato ma i risultati? Ognuno risponde come vuole. Il punto è riportare alla drammaticità della situazione. Preoccupa poi l’incapacità di spesa dei 40 milioni arrivati in Calabria per abbattere le liste di attesa, con conseguente enorme allungamento dei tempi di attesa». Raffaele Mammoliti (Pd), che ha annunciato per il 10 maggio una mobilitazione alla Cittadella, ha definito Mancuso «ormai un imperatore anche per come gestisce gli interventi della sua maggioranza», e poi ha aggiunto: «La Calabria è una delle poche regioni che disattende le sentenze contro le Asp, come la sentenza che dice gli inoccupati della Calabria vanno equiparati ai disoccupati e vanno esentati dal ticket. E poi, perché Occhiuto continua a nominare i commissari e non i direttori generali? C’è troppa discrezionalità nelle scelte, che vengono fatte senza che si riscontra il raggiungimento degli obiettivi. E non è accettabile che ancora si muore perché un’ambulanza arriva in ritardo o mancano le piste per l’elisoccorso notturno. Infine, servono risposte su Azienda Zero, sull’integrazione della Dulbecco, sui medici cubani». Secondo Giovanni Muraca (Pd) «sulla sanità si sta facendo una narrazione che non risponde alle reali esigenze di salute dei cittadini calabresi che faticano a curarsi ed anche a raggiungere i luoghi di cura». Mimmo Bevacqua (Pd) a sua volta ha rilevato: «Non vogliamo fare i guastatori né contribuire a minare la fiducia verso il Servizio sanitario regionale ma abbiamo il dovere di dire ciò che non va. A partire dalla sanità territoriale assente, tassi di mobilità passiva elevata, maglie sempre più larghe verso il privato e condizioni di lavoro sempre più estenuanti per il personale in trincea».
Particolare l’intervento di Francesco Afflitto (Misto), che ha voluto evidentemente replicare al suo ex collega di gruppo Tavernise: «I medici che cambiano mansione non sono imboscati ma professionisti con valore, ogni professionista merita rispetto, lo voglio dire perché anche io sono stato considerato un imboscato». Secondo Ferdinando Laghi (DeMa), «ci sono criticità strutturali, a partire dalla gravissima difficoltà di reclutamento di personale, cosa che allunga le liste di attesa e provoca disagi in serie. I Lea, seppure in miglioramento nel 2023, risultano comunque insufficienti e pongono la Calabria sempre in retroguardia. Il commissariamento deciso 15 anni fa, con una durata abnorme, hanno peggiorato la situazione: la sua fine è un obiettivo prioritario e sarebbe un grande vantaggio per il rilancio della sanità calabrese».
A replicare dai banchi della maggioranza anzitutto Pasqualina Straface (Forza Italia), presidente della terza Commissione sanità del Consiglio regionale: «C’è una evidente normalizzazione della sanità calabrese, grazie al presidente Occhiuto che tre anni fa ha fatto una decisa scelta di campo per eliminare il non governo e la devastazione della sanità calabrese nel passato, quando dominavano le clientele e non si badava al merito come avviene invece oggi. Abbiamo visto gestioni commissariali calate dall’alto e fallimentari, un’eredità della classe politica dello stesso centrosinistra che ci fa ora lezioni di buona sanità dopo aver causato il disastro e lo zero assoluto – contabile e sul piano dell’assistenza – da cui invece è dovuto partire il presidente Occhiuto, un presidente che non ha abdicato alle proprie responsabilità. Altro che poteri straordinari: Occhiuto si è assunto un onere pesantissimo compiendo un miracolo». Domenico Giannetta (Forza Italia), presidente della Commissione Vigilanza: «Occhiuto ha dimostrato competenza e capacità di intervento ed i segni sono visibili e c’è una percezione di fiducia diffusa nei confronti dell’operosità del presidente e il potere speciale per la costruzione degli ospedali può rappresentare un elemento risolutivo. Alimentare preoccupazione e sfiducia non aiuta ed è solo strumentalizzazione, funzionale alla campagna elettorale». Giuseppe Mattiani (Lega) ha osservato: «La minoranza ha, sostanzialmente, riconosciuto il lavoro fatto. Qualcosa di più poteva essere fatto, ma bisogna ricordare il punto da cui si è partiti. Quanto ai medici cubani, l’opposizione ha incredibilmente accusato il presidente Occhiuto di caporalato ma la democrat Marina Sereni ha invece riconosciuto che si è trattato di un’idea apprezzabile». Per Pietro Molinaro (Fratelli d’Italia) «non tutte le aziende ospedaliere sono dotate di atti che codifichino il processo del fabbisogno, serve, pertanto, maggiore attenzione sulla valutazione della performance e sul raggiungimento degli obiettivi sull’anticorruzione». (c. a.)
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