LAMEZIA TERME La difficile situazione economica internazionale, scatenata dai dazi imposti dagli Stati Uniti, avrà (anzi già ha) effetti globali, con ricadute all’interno dei singoli sistemi produttivi ed occupazionali. E in questo complicato momento le imprese si trovano in una condizione di estrema incertezza, con preoccupazioni che riguardano ovviamente l’export ma anche il destino di investimenti già fatti o programmati. Potrebbero apparire ragionamenti lontano dalla Calabria, storicamente ai margini dei contesti economici che contano, e invece così non è. A spiegarlo, con esperienza diretta e numeri, è Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria, ospite di “Supplemento d’indagine”, il format di approfondimento in onda stasera su L’altro Corriere (Canale 75) alle 20.40.
Per il presidente degli industriali calabresi «siamo in presenza di una sorta di psicosi e come sappiamo si tratta di una percezione diffusa che poi incide sulla fiducia e cioè su qualcosa di fondamentale per le imprese. «La guerra dei dazi – ha sottolineato Ferrara – è una guerra protezionistica che porterà ad una contrazione degli scambi internazionali e tutto ciò si riflette anche sull’economia calabrese. Negli ultimi anni le imprese calabresi sono state protagoniste di un’apertura verso i mercati internazionali ed infatti dal 2021 in poi l’export è cresciuto a due cifre. Tante aziende calabresi hanno investito negli Stati Uniti, abbiamo per esempio degli associati con una quota di esportazione verso gli States che raggiunge l’80-85%». «Dico questo – ha aggiunto Ferrara – perché non vorrei si sottovalutasse questo aspetto, ora siamo davanti ad una duplice, dobbiamo contenere gli effetti, riorientare le produzioni, intervenire per mitigare gli impatti negativi».
Non solo dazi nella discussione con Ferrara che non si è sottratto ad una valutazione complessiva della regione e delle scelte di governo «posso dire che vediamo una Calabria che è in movimento e che soprattutto per quanto riguarda bandi ed incentivi si segnala per risultati apprezzabili. Tutti i bandi – pur con dotazione finanziaria consistente – hanno registrato domande per cifre nettamente superiore. Ciò è accaduto perché si è scelto di ascoltare le imprese e predisporre strumenti che servono effettivamente al sistema economico e produttivo». (redazione@corrierecal.it)
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