È un giallo la morte del biologo molecolare italiano di 38 anni, Alessandro Coatti, originario di Portomaggiore (Ferrara), ucciso e fatto a pezzi in Colombia, mentre si trovava a Santa Marta, una città di mezzo milione di abitanti affacciata sul mar dei Caraibi, nel dipartimento settentrionale di Magdalena.
La testa, le braccia e i piedi del ricercatore laureato alla Normale di Pisa, specializzato al Max Planck Institute, e fino a qualche mese fa dipendente della Royal Society of Biology di Londra, sono stati trovati domenica da un gruppo di bambini, in una valigia, nei pressi dello stadio locale, mentre altri resti sono stati rintracciati nelle ultime ore in un’altra zona della città.
La polizia è riuscita a risalire all’identità di Coatti grazie al bracciale di un albergo del centro cittadino che l’uomo aveva ad un polso, mentre ulteriori dettagli sulla sua morte sono attesi dall’autopsia e dagli altri accertamenti in corso sui resti. Si pensa a una rapina finita in omicidio.
Santa Marta, base ideale per le escursioni nel Parco nazionale naturale Tayrona e a Teyuna, sito archeologico nelle montagne della Sierra Nevada, è sotto shock per il macabro ritrovamento. Il sindaco, Carlos Pinedo Cuello, ha offerto più di 10mila euro (50milioni di pesos) per informazioni che permettano di risalire ai responsabili dell’omicidio, ed ha disposto il coordinamento di una squadra investigativa speciale.
«I criminali devono sapere che qui non c’è posto per loro» ha scritto il primo cittadino in un post su Facebook.
Sulla base delle prime informazioni raccolte, emerge che Coatti era arrivato in Sudamerica nei mesi scorsi per lavorare come volontario in Ecuador e viaggiare in Sudamerica. L’uomo aveva visitato Perù e Bolivia. In Colombia era già stato nel parco naturale di Tyrona. In particolare, all’albergo Marovi, una pensione a due stelle nel centro storico, dove aveva preso alloggio ricordano che Coatti aveva più volte chiesto della strada per arrivare a Minca, una località fino a qualche anno fa inaccessibile a causa della presenza di gruppi paramilitari, ma oggi conosciuta come un paradiso per gli amanti della natura.
La notizia della morte dello studioso ha trovato ampio spazio sui media britannici. Coatti aveva infatti trascorso gli ultimi dieci anni a Londra, dove aveva effettuato i suoi studi post-laurea sulle neuroscienze alla University College, e per otto anni (fino a fine 2024) era stato impiegato alla Royal Society of Biology. Gli ex colleghi, sul portale dell’organizzazione scientifica, si dicono «sconvolti» per la tragica fine «di Alessandro, detto Ale», e ricordano che la vittima «aveva lavorato» con loro «per otto anni come responsabile del team della politica scientifica, prima di essere promosso a responsabile senior». Coatti viene descritto come 1uno scienziato appassionato e dedito alla ricerca. Aveva guidato il lavoro dell’istituto sulla scienza animale, scrivendo numerosi studi, organizzando eventi e presentazioni alla Casa dei Comuni» (camera bassa del Parlamento britannico).
«Quando mio fratello mi ha chiamato ero a lavorare ma ho capito che era successo qualcosa, il sangue me lo diceva», ha raccontato Giovanni Coatti, lo zio paterno di Alessandro: «Voleva andare ad abitare» in Sudamerica ed «era andato a fare un giro per vedere. Sarebbe dovuto rientrare la settimana prossima», aggiunge.
Le ultime tracce dell’uomo, che viaggiava solo – spiegano a Bogotà – risalgono a sabato sera, quando era uscito per andare in discoteca. Le ultime ore della sua vita si intrecciano e si perdono nella movida colombiana, mentre si cercano ancora gli ultimi pezzi del suo corpo martoriato.
L’Ambasciata italiana a Bogotà, in stretto raccordo col ministero degli Esteri, «segue con la massima attenzione» la vicenda ed è in contatto con i familiari e le autorità locali, assistendo la famiglia in tutti i passaggi per il rientro della salma, mentre la Procura di Roma avvierà un fascicolo di indagine. Il procedimento per omicidio sarà coordinato dal procuratore capo Francesco Lo Voi.
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