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Sanità, il Pd rilancia le critiche a Occhiuto: la Calabria affonda nell’emergenza

Gli interventi del capogruppo Bevacqua e dei consiglieri Bruni e Alecci all’indomani della seduta monotematica del Consiglio regionale

Pubblicato il: 09/04/2025 – 11:43
Sanità, il Pd rilancia le critiche a Occhiuto: la Calabria affonda nell’emergenza

CATANZARO Il Pd rilancia le critiche al presidente della Regione Occhiuto dopo il dibattito in Consiglio regionale sulla sanità. «Il dibattito di ieri ha dimostrato quanto fosse necessario convocare un Consiglio ad hoc sulla sanità, che come opposizione abbiamo chiesto con forza, per discutere di un tema così fondamentale per la qualità della vita dei calabresi: a sostenerlo è il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Mimmo Bevacqua che ringrazia i consiglieri del gruppo del Pd Bruni, Alecci, Muraca e Mammoliti per il contributo dato al dibattito, durante il quale abbiamo messo in evidenza la gravità delle scelte politiche fatte dalla giunta regionale e dal governo nazionale, che hanno contribuito a rendere il nostro sistema sanitario sempre più fragile. «Dopo 15 anni di commissariamento, iniziato sotto la giunta Scopelliti – ha affermato Bevacqua ricordando anche che il centrodestra governa la regione da 10 dieci anni su 15 -, la Calabria continua a subire politiche che hanno favorito la migrazione sanitaria, portando risorse e cure lontano dalla nostra regione. Davanti alla continua emergenza che i cittadini vivono sulla propria pelle non basta dire, come ripetono la maggioranza di centrodestra e Occhiuto, che in Calabria è cambiata la musica, perché la realtà ci mostra una sanità che continua a non rispondere ai bisogni dei cittadini. «La richiesta di pieni poteri sull’edilizia sanitaria – spiega ancora il capogruppo dem – è segno evidente di una debolezza legata all’incapacità di una gestione, come lo smantellamento del Dipartimento alla sanità dimostra, che non ha saputo raggiungere gli obiettivi prefissati. La mancanza di una visione sulla sanità l’avevamo già manifestata in occasione della presentazione del piano sulla rete ospedaliera da parte dal governatore, considerandolo un mero atto burocratico che si limitava a mutuare la proposta già avanzata dall’ex commissario Scura. Un piano che non teneva conto delle mutate esigenze regionali e della necessità di potenziare l’assistenza territoriale, i servizi per le aree interne e, complessivamente, i servizi sociosanitari. Inoltre, i progetti su ospedali, come quelli di Palmi e Vibo, così come quella della Sibaritide, non sono frutto di una visione del presidente Occhiuti, ma risalgono a ordinanze del 2007, e non sono certo intestabili a Occhiuto che sta solo procedendo nel solco della continuità istituzionale”. Bevacqua, inoltre, ha sottolineato l’inadeguatezza dell’approccio ospedale centrico alla luce della specificità del territorio calabrese. «La nostra regione ha una popolazione che invecchia e le aree interne sono sempre più isolate. Continuare a pensare di risolvere tutto solo con gli ospedali è un errore storico. Servono investimenti in assistenza territoriale, servizi sociosanitari e strutture più vicine ai cittadini, per garantire a tutti, anche nei piccoli centri, il diritto alla salute ed evitare l’ingolfamento dei pronto soccorso”. Il capogruppo del Pd ha poi formulato una proposta per il futuro. «Chiediamo la creazione di un osservatorio regionale permanente, aperto a tutte le forze sociali e sindacali, per lavorare insieme e trovare soluzioni concrete e adeguate alle reali esigenze del territorio”.

L’intervento della Bruni

A intervenire è anche Amalia Bruni: «Altro che cambiamento, la sanità calabrese è ostaggio di una gestione fallimentare, opaca e autoreferenziale. Le risposte del presidente Occhiuto sono insoddisfacenti e il suo atteggiamento, chiuso al dialogo e incapace di costruire un confronto costruttivo, danneggia ulteriormente la Calabria. Fin dalla sua nomina, avevamo espresso disponibilità a collaborare per affrontare la ricostruzione del sistema sanitario. Invece ci siamo trovati davanti un uomo solo al comando, intento più ad annunciare che a risolvere, in una narrazione mediatica distante anni luce dalla realtà». L’istituzione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri, evidenzia la consigliera, «è la certificazione del fallimento del commissariamento in corso. Si consegnano poteri straordinari a chi, nei fatti, non ha dimostrato di saper gestire quelli ordinari». Poteri che – ammonisce – «possono diventare pericolosi senza trasparenza e controllo». Bruni attacca anche l’assenza di una strategia: «Non esiste un vero piano sanitario. Solo una produzione massiva di DCA, ma senza visione, senza collegamenti con le esigenze dei territori, senza efficacia. Azienda Zero, presentata come la grande rivoluzione, è un’operazione mai decollata che ha svuotato le aziende sanitarie senza portare alcun risultato concreto». In un quadro drammatico, a peggiorare è anche il dato sull’emigrazione sanitaria: «Nel 2022 la spesa per la mobilità passiva è salita a oltre 300 milioni di euro. Un numero che testimonia come i cittadini calabresi siano costretti a fuggire da una sanità che non garantisce cure, prestazioni, dignità». Particolarmente critico il passaggio sui fondi del Pnrr: «Dei 61 progetti per le Case della Comunità previsti, a gennaio non ne risultava attivo neanche uno. E mancano ancora oltre 120 grandi apparecchiature da acquistare, nonostante i fondi siano disponibili. È un fallimento su tutta la linea». Bruni richiama l’urgenza di risposte anche su personale e servizi: «Ci chiediamo quanti medici specializzandi siano stati assunti, quante nuove unità operative siano state accreditate per l’alta formazione. La risposta, purtroppo, non è pervenuta». Sul fronte dell’emergenza-urgenza la consigliera Pd è durissima: «È un sistema al collasso. Ambulanze senza medici, personale al limite del burnout, ritardi inaccettabili come quello accaduto a Cutro, dove un neonato ha atteso 40 minuti un’eliambulanza arrivata addirittura senza carburante». Bruni conclude con un appello: «Serve un cambio di rotta radicale. Basta promesse non mantenute. Serve un progetto condiviso, una rete di servizi territoriali efficiente, il rafforzamento dell’assistenza domiciliare, della medicina generale, della prevenzione. La sanità non si governa con gli slogan, ma con il confronto, la programmazione e il rispetto per la vita dei cittadini».

L’intervento di Alecci

A sua volta il consigliere regionale dem Ernesto Alecci ha evidenziato: cSono d’accordo con il Presidente e Commissario ad Acta Roberto Occhiuto quando dice che la Calabria oggi ha bisogno di uno slancio d’orgoglio, di una nuova narrazione, quando dice che la Calabria, per quanto riguarda la sanità, deve avere l’ambizione di diventare una regione “normale”, come le altre regioni d’Italia. Ma, ad oggi, purtroppo non posso essere d’accordo con lui quando dice che quella intrapresa è la strada giusta. Ho sempre voluto confrontarmi con la maggioranza di questa Regione in maniera costruttiva e mai strumentale o intellettualmente disonesta. Ma non posso ritenere affatto normale che nel cuore della nostra regione, a Chiaravalle Centrale si continui a svolgere l’attività sanitaria in una struttura non adeguata sismicamente, mettendo a rischio ogni giorno la vita di personale e pazienti, mentre a pochi metri da anni si attende l’ultimazione della nuova Casa della Salute che in nota ufficiale il dipartimento della salute della Calabria fissava per febbraio 2025 e di cui si scorgono a malapena le fondazioni. Non è normale – ha aggiunto Alecci – che in un’area interna come quella di Serra San Bruno da anni si parli dei lavori del nuovo Pronto Soccorso (come è stato risposto ufficialmente anche ad una mia interrogazione), lavori mai partiti, con il reparto di emergenza-urgenza che ad oggi si regge sul lavoro di un solo anestesista che deve essere sempre reperibile per non mettere a rischio l’apertura stessa del reparto. Come non è accettabile che a Catanzaro, in quella Azienda Dulbecco che dovrebbe essere uno degli hub ospedalieri di riferimento del Meridione, è presente una PET che funziona un giorno sì e dieci no, con i pazienti che arrivano in ospedale e sono costretti a tornare a casa, mentre a Cosenza si acquista una TAC di ultimissima generazione con Intelligenza Artificiale, quasi a voler sottolineare come ci siano calabresi di serie A e serie B. Gli esempi potrebbero essere decine e decine, partendo dai tantissimi episodi che accadono ogni giorno nei nostri nosocomi e che certificano la mancanza reale di una “guida” della macchina amministrativa. Ma c’è una cosa che non può essere assolutamente definita normale, e dimostra pienamente come la Sanità in Calabria sia oggi mortificata, perché riguarda i nostri figli, i nostri bambini. Mi riferisco alle liste d’attesa infinite riguardo i servizi di Neuropsichiatria Infantile. Ho toccato con mano attraverso una serie di incontri e sopralluoghi la disperazione delle famiglie di fronte alla prospettiva è di aspettare anche 3 o 4 anni prima della presa in carico dei loro figli, essendo così costrette a rivolgersi a specialisti privati o a recarsi in strutture fuori regione, con spese enormi che spesso non possono permettersi. Quando, in realtà, le diagnosi e le prese in carico precoci, in questi casi molto gravi, sono le uniche a poter dare buoni risultati. Il Presidente di una Regione dovrebbe agire da buon padre di famiglia, ma un padre che abbandona al proprio destino i propri figli è un padre che ha fallito».

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