LAMEZIA TERME Un momento complicato per l’economia internazionale, una “guerra” combattuta a colpi di imposte e dazi che rischia di paralizzare il mercato globale, nonostante l’ultimo passo indietro di Trump. Ricadute che potrebbero avere anche un significativo impatto sulla Calabria, dove numerose aziende negli ultimi anni hanno ormai oltrepassato i confini regionali e nazionali per espandersi nei mercati globali. A spiegarlo è Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria, ospite di Supplemento d’indagine, il format in onda su L’altro Corriere Tv ogni mercoledì alle 20:40. «C’è sicuramente preoccupazione, la scelta di una politica economica aggressiva sotto un profilo protezionistico rischia inevitabilmente di determinare una contrazione degli scambi internazionali e commerciali. Questo potrebbe causare un rallentamento economico».
Per Ferrara per “proteggersi” dal delicato momento internazionale bisogna puntare su azioni di “contenimento”, «un cuscinetto di protezione, ma anche riattivare e stimolare il mercato interno europeo e quello italiano». Semplificazione per le imprese e «diversificazione dei mercati», dunque, non più guardando solo a quello americano, ma anche all’Asia, al Medio Oriente e al Sudamerica. Effetti che rimbalzano anche sulla Calabria: «Se si ha un rallentamento economico questo incide soprattutto su quelle ragioni che sono in ritardo di sviluppo. In America le nostre imprese stavano facendo investimenti importanti che stavano iniziando a produrre i propri effetti». Ferrara cita l’esempio di alcune imprese dell’agroalimentare che «per l’85% fatturano solo negli Stati Uniti. Ma anche in altri settori, il sistema calabrese stava iniziando a intraprendere con successo un mercato di 350 milioni di consumatori».
Il presidente di Unindustria si concentra poi sull’economia calabrese, che negli ultimi anni mostra dati in continua crescita. «I destini di questa regione dipendono molto dai successi della propria economia. La strada è quella giusta, ovvero investimenti, infrastrutture, capacità amministrativa, capitale umano e soprattutto giovani. Alcune politiche economiche che noi abbiamo espresso attraverso il nostro documento AgendaCalabria hanno favorito l’orientamento in maniera mirata e di successo le risorse europee per le imprese, perché sono state fatte in funzione di quelli che erano i fabbisogni delle aziende». I dati parlano così di export in crescita e raddoppiato e soprattutto un «aumento di investimenti nonostante parliamo di un periodo in cui c’è stata una forte ondata inflazionistica che ha costretto la Bce a una politica restrittiva con un innalzamento dei tassi. Eppure le imprese calabresi hanno continuato a investire, utilizzando incentivi, sull’efficientamento energetico, sulla sostenibilità, sulla digitalizzazione». La strada tracciata sugli investimenti, spiega Ferrara, è dunque quella giusta, mentre occorre ora puntare sull’attrazione degli investimenti. «È chiaro – spiega – che il tema è anche infrastrutturale». La crescita della Calabria e l’attrazione per gli investimenti passa «dal potenziamento degli aeroporti, dalla 106 che deve essere completata, che l’Alta velocità possa essere elettrificata e completata entro il 2026 come previsto nel Pnrr. O come il Ponte sullo Stretto che noi consideriamo un grande volano, un attrattore di infrastrutture». Progetti che, se prima si concludono, prima ne favorisce tutto il settore industriale.
Le imprese devono, però, essere sostenute tramite politiche economiche che si basano sui loro fabbisogni. Tra cui, tema centrale, è la semplificazione: «Esiste un problema, comune a tutto il mezzogiorno, di capacità amministrativa vera e propria. Io credo ci voglia un potenziamento, un ripopolamento quasi giovanile delle amministrazioni su tutti i livelli». Anche il tema energetico è prioritario per Ferrara: « Dobbiamo abbandonare la parte ideologica e dirci che le nostre imprese per poter competere hanno necessità di energia in quantità, in maniera costante e in prezzo adeguato. Non deve essere una parolaccia parlare di nucleare, soprattutto se parliamo di minicentrali, di terza generazione e quinta generazione avanzata. È importante raggiungere gli obiettivi che ci sono dati con l’abbattimento del 55% entro il 203, ma senza dogmi ideologici e con una visione pratica».
Il presidente di Unindustria parla poi dell’incendio doloso ai danni del concessionario Calabria Motori di Reggio: «Un episodio di estrema gravità. Non bisogna mai abbassare la guardia e noi come Unindustria abbiamo intrapreso da tempo un percorso con le Istituzioni. Bisogna puntare sul contrasto, la deterrenza e la prevenzione. Il contrasto spetta alle forze dell’ordine e alla magistratura, però gli imprenditori devono denunciare e collaborare. Il tema della deterrenza parte dal potenziamento degli organici, sia in termini di strumenti che di persone, e questo vale anche per la magistratura». «Le minacce e le intimidazioni – continua Ferrara – creano allarme sociale, ma noi abbiamo anche effetti più negativi: ovvero la mortificazione, lo scoraggiamento ad aprire nuove iniziative imprenditoriali». Si aggiunge poi il problema che gli imprenditori «quando vanno nelle fiere si parte sempre con una penalità. Per l’azienda che viene dalla Calabria bisogna dimostrare che sono persone oneste, serie e che non c’è niente di dietro. Noi dobbiamo andare a scardinare questa narrazione con i fatti e quindi il tema della sicurezza diventa fondamentale». Sul futuro delle aziende calabresi Ferrara non ha dubbi: «In finanza il cigno nero è un evento straordinario, imprevedibile. Qui siamo nell’era del cigno nero tra Covid, crisi energetica, guerre in Europa, Russia e Medioriente. Eppure le imprese riescono sempre a trovare la strada, sono resilienti. Io credo che il sistema calabrese stia dimostrando di essere un ottimo terreno per la nostra regione su cui investire, su cui creare le condizioni di speranza e di fiducia per il futuro anche dei nostri giovani». (redazione@corrierecal.it)
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