RENDE Un numero e un obiettivo: quattro liste e 11mila voti per vincere al primo turno. Sandro Principe non fa pronostici né si sbilancia sul risultato, e anzi promette che in caso di sconfitta assicurerà una opposizione dialogante «per amore di Rende». Quella del San Francesco è una conferenza stampa ma la saletta si riempie di sostenitori, cui Principe intima di evitare gli applausi che pure partono. Altro che passo indietro come fece Mitterrand. «Non vorrei che gli amici che lo citano chiedendomi di fare lo stesso – ironizza Principe – siano uccelli del malaugurio, Mitterrand un anno dopo essersi fatto da parte morì… ».
«Mi candido non per prestigio o carriera – che sta alle mie spalle – ma per due motivi: una richiesta diffusa e popolare da imprenditori, società e cittadini semplici che mi chiedono un contributo per il rilancio della città. Non ne sono sorpreso ma sono in grande difficoltà, il mio è un gesto di amore e grande sacrificio, nelle mie condizioni. Non volevo sentirmi dire di aver abbandonato nel momento del bisogno una creatura di cui mi sento fondatore con una squadra e un progetto collettivo». Non manca la nostalgia («il rendiconto annuale al Garden non esiste più, bisogna ricostruire quel contesto») ma neanche le repliche a chi ha parlato di ambizioni: «La nostra è quella al lavoro».
«Da una parte c’è la destra che si è riunita come sempre fa intorno a un candidato, poi ci siamo noi: siamo la storia in campo per il futuro di Rende, il vero centrosinistra che si apre alle forze moderate ma anche alla cultura di destra positiva di chi ama questa città e vuole difenderla oggi per rilanciarla nel futuro».
«È il secondo tempo della città unica – aggiunge Principe -, amici come Amerigo Castiglione e tutti i membri del Comitato mi hanno tolto dal privato per scendere in campo contro l’annessione, ora siano loro a dare un contributo in questa partita». Poi gli avversari, mai nominati. «Il candidato giovane e ibrido è amico di tutti, compreso Caputo enfant prodige della città unica, quella è una piccola armata Brancaleone creata dai potentati per farci perdere”. Secondo Principe «Rende è una risorsa per la provincia e la regione, tra industria, energia, depurazione, innovazione, accoglienza, servizi: è un traino, rilanciarlo è un interesse di tutti, compresi Occhiuto e il centrodestra. Facciamo questa battaglia democratica, studiamo e lavoriamo. Al governo chiederemo confronto e collaborazione, se saremo all’opposizione garantiamo un comportamento di questo tipo».
«In un paese civile possono esserci calvari giudiziari che durano 15 anni? Resta una assoluzione piena dopo una trentina di udienze, ma noi abbiamo applicato con linearità le leggi dello stato sulle cooperative di tipo B: va spiegato meglio solo qualche passaggio. Io – continua – ho agito con dignità, onore, rigore e rispetto delle istituzioni: da capogruppo in Regione avevo contro tutti i miei colleghi consiglieri, controllavo entrare e uscite, ho restituito 280mila euro e ho pagato la mia segreteria coi miei soldi, in un paese civile non avrei nulla da temere. In ogni caso sono vicende che non interferiranno con le prossime vicende».
Sul nuovo ospedale e il miliardo – in realtà 600 milioni – annunciato da Gallo, Principe ironizza: «E’ una bomba di Putin. Certo noi battiamo le mani se si conferma il policlinico, con la facoltà di medicina ne parliamo da trent’anni con il professore Andò, è una nostra visione. Il rettore Leone è stato efficiente e deciso nello stipulare un’intesa con la Regione, noi abbiamo il merito di aver ospitato l’Unical: abbiamo vincolato 600 ettari, più di 250 espropriati, per il nuovo ospedale da realizzare a Mendicino non se ne riuscirono ad espropriare 15 e il progetto si bloccò… ». Ma «ci vorranno sette o otto anni, in attesa del policlinico che si fa? Il sol dell’avvenire deve scaldare la gente, disabili e anziani in primis, giorno dopo giorno: va potenziata l’Annunziata come già l’Unical sta facendo con professionalità di eccellenza che tornano in Calabria. E potenziata la medicina di territorio: il nostro poliambulatorio presta un milione di interventi l’anno».
Poi i temi più politici, tra il commissariamento che «è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso» e il Pd che «ha perso il ben dell’intelletto, siamo tornati agli scenari di anni fa in cui una frangia cosentina decideva tutto, è fallito il tentativo di puntare su giovani con autonomia di scelta». Principe lamenta «inciuci e trasversalismo da gente a cui di Rende non interessa nulla, noi siamo il vero centrosinistra riformista di Moro e Nenni. Alle ultime europee il Pd in Calabria ha fatto peggio che nel resto del Mezzogiorno: alle europee 2004 D’Alema prese 7200 voti, nel 2011 sul simbolo del Pd ci furono 5700 voti, oggi quei consensi sono nelle liste a mio sostegno: col gruppo I Socialisti per l’Ulivo in Regione ho anticipato il Pd».
«La nostra sarà una classe dirigente fatta di giovani e donne competenti e appassionati, pronti al sacrificio: la politica è una cosa seria, bisogna studiare e non guardare l’orologio. Io sarò il loro papà. Rende avrà un nutrito drappello di dirigenti come era in passato, ai tempi delle sezioni: sono un vecchio socialista che li guiderà». Sandro Principe si dice poi «commosso ed emozionato per la passione socialista fatta ritrovare a tanti attorno alla mia candidatura», di qui il ringraziamento a Idm per il sostegno. Nei primi 100 giorni? «Vediamo cosa troviamo in Comune – risponde -, sicuramente partiremo dal miglioramento dei servizi, in rapporto comunitario con l’area vasta e in ottica Unione di Comuni. Poi il Psa, ma Rende nell’edilizia ha raggiunto un suo equilibrio: una parte del territorio va però destinata alla prima casa per i giovani». Asili nido, scuole materne, sostegno alle famiglie per stimolare la natalità – promette Principe – ma anche «confronto continuo tra pubblico e privato, l’impresa deve essere protagonista nella mia idea di progresso: nella sanità, nei servizi e nell’artigianato oltre che nel sociale. Il socialdemocratico liberale sa che la giustizia sociale e il welfare possono essere assicurati ai più deboli se la torta cresce». Sul tema innovazione le ultime bordate agli sfidanti: «Noi stiamo innovando da quarant’anni: il nostro inceneritore è stato chiuso da un governatore di centrodestra e il nostro impianto di depurazione è ancora bloccato. Ai giovanotti Nembo Kid dell’innovazione dico che la Silicon Valley è nata qui grazie ai riformisti: il Crai è nato a Rende perché io da sindaco offrii un terreno di sette ettari, creammo il Cud con il rettore Bucci. Prima di lanciare altre bombe alla Putin, studiate la storia». (euf)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
Senza le barriere digitali che impediscono la fruizione libera di notizie, inchieste e approfondimenti. Se approvi il giornalismo senza padroni, abituato a dire la verità, la tua donazione è un aiuto concreto per sostenere le nostre battaglie e quelle dei calabresi.
La tua è una donazione che farà notizia. Grazie
x
x