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l’indagine

Soldi a strozzo e cambiali per migliaia di euro: imprenditori e uno sportivo vittime del “sistema Procopi” a Catanzaro

Tassi usurari, in un caso, anche al 600% come ricostruito dalla Guardia di Finanza. Gli indagati «avrebbero acquisito numerosi beni immobili» in modo “anomalo”

Pubblicato il: 11/04/2025 – 12:31
di Giorgio Curcio
Soldi a strozzo e cambiali per migliaia di euro: imprenditori e uno sportivo vittime del “sistema Procopi” a Catanzaro

CATANZARO Soldi in contanti, prestiti a tassi usurari e cambiali. Un giro d’affari da migliaia di euro messo in piedi tra soggetti molto noti a Catanzaro, oggi coinvolti nell’operazione condotta dalla Guardia di Finanza. Due di loro sono finite ai domiciliari, un terzo, invece, in carcere. Si tratta di Carlo Francesco Procopi (cl. ’65), Giuseppe Procopi (cl. ’64) e Daniele Masciari “u bananaru” (cl. ’73).

Le indagini

Le indagini della Guardia di Finanza, coordinate della Procura, avrebbero svelato un sistema molto ben strutturato e organizzato. Sfruttando i bisogni e le richieste di aiuto economico, infatti, gli indagati secondo l’accusa si sarebbero resi responsabili dell’attività di usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria. Dopo l’audizione di un testimone in un altro procedimento, gli inquirenti hanno dato il via ad all’attività investigativa. E, effettuando un’analisi dinamica del patrimonio e delle operazioni finanziarie svolte da Procopi nel corso degli anni, sarebbero emerse «significative anomalie in relazione alla sproporzione nel valore dell’acquisizione di numerosi beni immobili». Secondo l’accusa, quindi, e come annota il gip, gli indagati «avrebbero prestato denaro chiedendo interessi sino al 600% annuo», in alcuni casi «sfruttando la contiguità ad ambienti di criminalità, organizzata e non, per indurre le proprie vittime a pagare e non denunciare».

Le vittime

Tra le vittime, imprenditori locali, amici e anche un noto sportivo. «(…) in questo momento sono rovinato… perché senza carte di credito… non ne ho entrate in anticipo». Questa una delle frasi tipiche di chi si rivolgeva soprattutto a Carlo Francesco Procopi e Giuseppe Procopi in cerca di contanti. In cambio di un prestito di 12mila euro, ad esempio, la vittima doveva restituire 1.400 euro al mese, riuscendo comunque a pagare a fatica la somma a titolo d’interesse ogni mese, non riuscendo a restituire il capitale. «La somma a titolo di interessi – racconta agli inquirenti una vittima – la consegnavo mensilmente sempre a Pino in palestra presso cui mi recavo ogni giorno».

La ristrutturazione del lido

C’è anche chi, parlando con gli inquirenti, racconta di un rapporto trentennale con i fratelli Procopi, «intorno al 1997 – 1998, ho deciso di aprire un locale a Marcellinara…». L’imprenditore racconta che, alle prime difficoltà per la carenza di liquidità, gli era stato presentato Carlo Francesco Procopi. Tra gli episodi emersi anche quello dell’incendio di noto lido sulla costa catanzarese. La vittima era stata chiamata per effettuare dei lavori di ristrutturazione e, non avendo liquidità, avrebbe aperto una “linea di credito” con Carlo Procopi al quale la vittima «avrebbe dovuto dare il 10% del totale dei lavori, quindi circa 30/33 mila euro di sua diretta provvigione». Lo stesso imprenditore, dopo aver acquistato un’auto attraverso un prestito operato da Procopi, sarebbe stato più volte minacciato da quest’ultimo per la restituzione delle rate sino a quando, nel 2021, questi lo avrebbe costretto «con violenza e minaccia, a corrispondergli oltre 400 euro» per il pagamento di multe e bolli auto legate ad una vettura che non era mai appartenuta alla vittima.

I debiti di gioco di uno sportivo

Coinvolto, infine, anche uno sportivo catanzarese. Come ricostruito dagli inquirenti, quest’ultimo versava in uno stato di bisogno a causa degli ingenti debiti di gioco maturati nei confronti di due ricevitorie: rispettivamente poco più di 60mila e 32 mila euro. Nel primo caso, lo sportivo si sarebbe rifiutato di pagare, costringendo il titolare dell’agenzia a rivolgersi ad un legale il quale, a seguito del riconoscimento del debito, «ha ottenuto il pignoramento di un quinto dello stipendio dello sportivo». In questo frangente sarebbe coinvolto anche Daniele Masciari. A lui, infatti, si sarebbe rivolto un altro soggetto per il pagamento di 9mila euro, concordando interessi per mille euro. Essendo però in difficoltà, Daniele Masciari si sarebbe «accollato il debito nei confronti di Carlo Procopi», praticando a sua volta «un tasso di interesse usurario»: a fronte del debito che nel frattempo era lievitato a 10mila euro, Daniele «avrebbe preteso la corresponsione di 12.500 euro».

Cedute auto e un negozio

In un altro caso ricostruito dagli inquirenti, una delle vittime si sarebbe rivolta a Carlo Procopi per «l’acquisto di due auto». Dalla ricostruzione effettuata dagli inquirenti grazie all’escussione dei soggetti coinvolti, «Procopi si sarebbe preso anche i negozi» visto che non riusciva a restituire le rate. «Specifico che all’interno del locale c’era tutta la merce precedentemente posta in vendita. Anche se piccolo era stracolmo di prodotti per la pulizia, personale e della casa, di marca (…) c’erano anche gli arredi che erano di proprietà di mio figlio (…) lui mi disse di non avere più la disponibilità del negozio perché aveva ceduto integralmente a Carlo tutto quanto c’era dentro per i debiti che aveva con lui». (g.curcio@corrierecal.it)

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