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Turismo e ambiente ormai intrecciati. Calabrese: «Sulla depurazione abbiamo investito 100 milioni»

L’assessore evidenzia anche il ruolo dell’Ente regionale Parchi marini che si avvia ad aderire alla Carta europea del turismo sostenibile

Pubblicato il: 15/04/2025 – 13:01
Turismo e ambiente ormai intrecciati. Calabrese: «Sulla depurazione abbiamo investito 100 milioni»

CATANZARO «La Regione oggi si sta presentando in Italia e nel mondo in modo completamente diverso rispetto al passato, valorizzando il proprio patrimonio naturale e il mare, l’attrattore principale per il turismo e per lo sviluppo perché possiamo creare anche qui occupazione vera e di qualità». Lo ha detto l’assessore regionale al Turismo e all’Ambiente, Giovanni Calabrese, che questa mattina in Cittadella ha partecipato alla presentazione dell’adesione dell’Ente regionale Parchi Marini alla Carta europea del turismo sostenibile (Cets). «Un’altra sfida importante per la Calabria con parchi marini. Parliamo – ha aggiunto Calabrese – dell’attrattore principale naturale che abbiamo, appunto il mare, che stiamo cercando di tutelare, di valorizzare sia come attrattore turistico sia come attrattore di sviluppo per la nostra regione. Stiamo lavorando tanto in questa direzione. Di recente abbiamo anche presentato il piano di tutela del mare con Arpacal, il Dipartimento Ambiente e altre istituzioni con interventi che puntano alla prevenzione, perché dietro il mare sporco o inquinato c’è la mano dell’uomo. Oggi – ha ricordato l’assessore regionale – con una serie di misure messe in campo favoriamo l’azione di controllo sul mare anche con interventi altrimenti tecnologici – nei prossimi mesi partirà una sonda attraverso i droni per verificare casi di mala depurazione, la depurazione abusiva nel nostro mare – mentre gli impianti di depurazione fortunatamente stanno funzionando discretamente, abbiamo anche una serie di interventi importanti: abbiamo investito 100 milioni di euro sulla depurazione. Oggi per parlare di turismo, per parlare di mare, dobbiamo parlare necessariamente anche di tutela del nostro mare». Per Calabrese un ruolo importante lo svolge l’Ente Parchi Marini che – ha evidenziato – «sta lavorando anche nella direzione della valorizzazione del mare e dell’immagine della Calabria. La Regione sta cambiando, sta crescendo, si sta presentando oggi in Italia e nel mondo in modo completamente diverso rispetto al passato, valorizzando il proprio patrimonio naturale e il mare, l’attrattore principale per il turismo e per lo sviluppo perché possiamo creare anche qui occupazione vera e di qualità. Siamo una regione, da questo punto di vista, fortunata, con 800 km di costa e un mare incontaminato. Con il presidente Occhiuto – ha rimarcato l’assessore – stiamo facendo un percorso lungo, ma non impossibile, stabilendo tutti gli obiettivi che piano piano stiamo raggiungendo».

L’intervento di Gallo

A sua volta, il commissario dell’Ente regionale Parchi Marini, Raffaele Greco, ha sostenuto che la finalità dell’incontro odierno alla Regione è «avviare questo percorso che ci condurrà a questa prestigiosa certificazione della Carta europea per il turismo sostenibile che farà in modo che Le aree dei parchi e delle principali zone a conservazione speciale in nostra gestione praticamente entrino in una rete di cosiddette destinazioni sostenibili fatta oggi da circa 30 paesi europei e 400 aree protette. Oggi si calcolano in poco più di 83 milioni di visitatori i turisti che nel 2024 hanno frequentato le aree di questa rete. In Calabria ci sono tanti Comuni coinvolti perché il segreto sia per il conseguimento della Carta europea, sia per la pianificazione dei Parchi marini che dobbiamo fare a breve dopo tanti anni sta nel costruire partenariati efficaci, locali, territoriali, dove i Comuni giocano un ruolo importantissimo. La Carta Europea per il turismo sostenibile – ha infine specificato Gallo – prevede un iter tre livelli. Uno a livello dell’Ente Parchi Marini regionali, con una anomalia tutta calabrese perché noi rappresentiamo sei parchi e 28 zona di conservazione speciale, quindi non un singolo parco. Poi il livello degli operatori, che noi chiamiamo dei servizi utili, e infine tour operator. Tutto questo ha il vantaggio di costruire una strategia e una pianificazione molto aderente agli elementi di forza e di debolezza del territorio».  (c. a.)

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