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Picchia e violenta una 14enne conosciuta sui social, arrestato

Un’abitante ha sentito le urla, per la ragazza 50 giorni di prognosi

Pubblicato il: 16/04/2025 – 7:43
Picchia e violenta una 14enne conosciuta sui social, arrestato

VARESE Picchiata e stuprata dal ragazzo che sui social, dove l’aveva conosciuto, sembrava tanto gentile e carino. È accaduto a Busto Arsizio, in provincia di Varese, a una 14enne di origini peruviane. Arrestato un 21enne di origini egiziane residente a Rozzano, nel Milanese. E’ accusato di violenza sessuale su minore, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni.
La violenza a distanza di pochi giorni da un’altra “tragedia immane”, come l’ha definita il presidente della Regione Veneto Luca Zaia: lo stupro di una undicenne di Mestre (Venezia) per il quale è stato arrestato lo stupratore seriale Massimiliano Mulas, 45 anni. “Stiamo assistendo ad un aumento vertiginoso di casi di violenza sessuale su bambine. Sempre più piccole”, osserva Roberto Calderoli, senatore della Lega e ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, che torna a proporre la “castrazione chimica”.
Quello di ieri sera era il secondo appuntamento della 14enne con il giovane conosciuto su Instagram. Due passi, le chiacchiere e poi quel giro in città che li porta in via Vercelli, una stradina nel centro di Busto che negli anni il degrado alle spalle della stazione è riuscito a mangiarsi. Lì il 21enne ha costretto la ragazzina a bere mezza bottiglia di Vodka a suon di ceffoni e poi l’ha violentata. La 14enne ha gridato e ha pianto sino a quando una residente non l’ha sentita e ha chiamato il 112.
Quando la Polizia Locale è arrivata sul posto, il 21enne sta strattonando la vittima per un braccio e la sta picchiando. “Ho sentito le sirene – racconta Vincenzo Zingarelli, che vive a pochi metri dal luogo della violenza – Sono uscito. Ho visto il ragazzo che aggrediva gli agenti, gridava, si agitava. Poi ho visto la ragazza. Così piccola, seduta in un angolo, le mani chiuse a pugno che tremavano. Piangeva, piangeva disperatamente.
Mi si è stretto il cuore”. Il 21enne, violento anche nei confronti degli agenti, viene portato al comando e poi in carcere, su disposizione del pm Massimo De Filippo; la 14enne finisce invece in ospedale, dove le prestano le cure del caso. La prognosi è di 50 giorni.
Nelle prossime ore l’arrestato comparirà davanti al gip per l’interrogatorio di convalida, ma intanto Busto Arsizio è sotto choc. Il sindaco Emanuele Antonelli (FdI) porterà la vicenda in Consiglio comunale, mentre l’europarlamentare della Lega Isabella Tovaglieri, che è della cittadina, parla di “un episodio gravissimo che lancia l’ennesimo allarme sulla pericolosità sociale di tanti giovani immigrati allo sbando e violenti nelle nostre città”.
Nei primi tre mesi dell’anno le violenze sessuali sono state 1.087, in calo del 32% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Arrestate 1.440 persone, il 42,2% stranieri. I dati diffusi dal Viminale non affievoliscono l’allarme sociale. Per la presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, Martina Semenzato, occorre “una profonda riflessione sulla funzione rieducativa della pena e dei correlati benefici penitenziari”, dice a proposito del caso di Mestre, ma soprattutto occorre “accertare il motivo per cui, un soggetto di tale caratura criminale, non fosse sottoposto a misure cautelari o di prevenzione che le recenti riforme hanno potenziato”. “Dobbiamo buttare via le chiavi e, se non si riesce a buttare via le chiavi, bisogna modificare subito la legge”, rincara la dose il governatore Zaia. Punta il dito contro “l’accoglienza indiscriminata della sinistra” Romano La Russa, assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia, mentre per l’assessore regionale alla Cultura Francesca Caruso “la sicurezza non è un tema sul quale si possono avere tentennamenti. L’integrazione, tanto sbandierata dalla sinistra, non può mai prescindere dal rispetto della legge e delle regole della nostra società”. 

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