LAMEZIA TERME Dall’importanza dell’aeroporto alla sanità, ma anche decoro urbano e l’atavica questione del campo rom di Scordovillo. Su questi temi si sono confrontati ieri sera, nella puntata speciale de “L’altra Politica” dedicata alle elezioni di Lamezia Terme e in onda su L’altro Corriere Tv (canale 75), i tre candidati a sindaco che il prossimo 25 e 26 maggio si contenderanno la guida della città per i prossimi cinque anni. Ospiti di Danilo Monteleone, la candidata del centrosinistra Doris Lo Moro, quello del centrodestra Mario Murone e l’outsider Gianpaolo Bevilacqua.
«Il sindaco ha una responsabilità politica, posso garantire che le mie liste non sono a rischio scioglimento. Non metterei mai in una lista una persona già citata nella relazione di accompagnamento ad un decreto di scioglimento, mi è già capitato di rifiutarli ed allo stato delle mie conoscenze li vedo collocati altrove». Per Lo Moro a Lamezia le previsioni di legge non bastano, bisogna essere ancora più rigorosi ed evitare, ad esempio, di candidare la moglie di un soggetto già attenzionato». «Bisogna avere in questo momento un’attenzione alta» afferma Bevilacqua. «Ho chiesto non solo il certificato del casellario, ma anche quello penale a ogni mio candidato. Manderò le liste in Prefettura chiedendo con un mia lettera personale di verificare tutto, se dovesse esserci qualche problema sarò il primo a eliminarlo». «Sono i partiti – afferma invece Murone – a scegliere i candidati e vigilare. I cittadini di Lamezia hanno dovuto subire tre scioglimenti, quindi i controlli devono essere sempre più efficienti e approfonditi, magari anche istituzionalizzandoli. Stiamo chiedendo agli organi preposti, ad ogni livello, di controllare preventivamente per evitare di gettare poi l’acqua sporca con tutto il bambino».
Centrale per Lamezia Terme è l’aeroporto, con numeri in crescita così come i vicini “concorrenti” di Crotone e Reggio. Per Murone il «problema è che gli utenti atterrano e vanno via. Dobbiamo rendere fruibile il nostro territorio e le sue bellezze paesaggistiche, culturali, ambientali per chi oggi è solo di passaggio». «Oggi siamo davanti ad una fotografia impietosa» risponde Doris Lo Moro «chi arriva all’aeroporto e alla stazione, non viene a Lamezia Terme». Essenziali sono «una migliore logistica, collegamenti puntuali e percorsi turistici organizzati nella città», ma anche mantenere la base canadair e l’elisoccorso per «rilanciare l’area centrale della Calabria». Bevilacqua cita la necessità di offrire ai passeggeri un “pacchetto turistico”: «Purtroppo Lamezia ad oggi è solo il luogo di transito per chi arriva qui ma va subito a Pizzo o Tropea, dobbiamo fare in modo che questa cosa cambi».
A far discutere i tre candidati è la sanità. «Il sindaco – spiega Lo Moro – ha il compito di interfacciarsi con chi ha ruoli specifici per ottenere un miglioramento dei servizi». A chi le contesta, da assessore regionale della sanità, la soppressione dell’Azienda Sanitaria di Lamezia precisa: «Tutti sanno che sono stata rigorosamente ligia ai doveri istituzionali, in quel momento ho portato a termine il piano sanitario regionale, e se lo si legge attentamente è facile rendersi conto di come abbia tutelato la mia città creando all’interno delle Asp gli ambiti, tra cui quello di Lamezia, l’unico per cui era previso un aumento di posti letto. Abbiamo collocato qui il trauma center. Abbiamo fatto partire gli screening oncologici che prima mai si erano fatti. Ai cittadini dico di non guardare la burocrazia ma di chiedere servizi. Bisogna invece riflettere sul perché quel piano sanitario non sia mai stato attuato, né modificato». Critico sulla sanità Bevilacqua: «Da noi non ha mai funzionato bene, né con destra né con sinistra, perché c’è un problema di organizzazione. L’ospedale di Lamezia non è mai stato valorizzato per quello che può dare. Abbiamo grandi professionisti lametini che sono stati costretti ad andare fuori. Anche i primari arrivano e magari durano un anno prima di essere trasferiti altrove. Il sindaco deve essere una sentinella e vigilare sulla sanità». «La situazione di oggi – risponde Murone – è figlia anche di scelte sbagliate, oggi l’ospedale è depotenziato. Chi va si rende conto delle condizioni in cui versa. Il ruolo del sindaco nella sanità è residuale, ma bisogna attuare una continua sollecitazione. Poi il Comune deve agevolare i cittadini: penso alle liste di attesa o alle modalità concrete per prenotare una visita. Noi non abbiamo uno sportello che aiuti l’anziano o di chi ha bisogno di prestazioni sanitarie».
Una città che sia vivibile, abbattendo il degrado (tipico di alcune aree come Scordovillo) in nome del decoro urbano. «Lamezia è un territorio vasto e difficile da gestire, Sant’Eufemia ad esempio – afferma Bevilacqua – è l’entrata della città sia a livello aeroportuale che ferroviario e non è curata. Per me deve esserci un rappresentante di ogni quartiere. Il decoro urbano è la cosa principale di una città». Concorda sull’importanza del decoro anche Murone: «Dobbiamo partire dall’abbellimento della città e creare le condizioni perché tutti si impegnino per una città pulita. Li dobbiamo sensibilizzare, dargli mezzi e strumenti». Per Lo Moro il concetto fondamentale è «la manutenzione. Non possiamo spendere soldi pubblici, investire in opere, come ad esempio le bellissime fontane, e poi non curarle ed abbandonarle a loro stesse».
Tema atavico per la città di Lamezia è il campo rom di Scordovillo, nonostante gli interventi che dovrebbero avviarsi prima dell’estate per cercare di risolvere la questione. «Delocalizzare significa non creare delle altre sacche di emarginazione – sostiene Murone – perché se noi trasferiamo il problema in un altro luogo non lo risolviamo. Sono persone che vanno integrate ed è questo l’obiettivo che l’amministrazione comunale deve porsi e realizzare». Più critico nei confronti della strada si qui intrapresa è Bevilacqua: «il Comune va coinvolto. Concretamente il progetto fatto dalla Regione è irrealizzabile, non si possono pagare le abitazioni per due anni e poi dal terzo anno la famiglia deve pagare di tasca sua. Secondo me questo questa è una soluzione difficile da realizzare». Anche Doris Lo Moro si augura «che i soldi vengano ben spesi e che l’obiettivo sia raggiungibile e raggiunto, perché non è facile farlo. Ma al di là di Scordovillo, come tutti sappiamo, in città ci sono altre situazioni drammatiche che si sono create per un deficit di vigilanza ed attenzione, sono contesti che andavano governati ed è urgente farlo».
Dai tre candidati una battuta finale sulla loro vocazione che sarebbero a Lamezia. «Ha grandi possibilità, ha un territorio meraviglioso» risponde Bevilacqua. «Non abbiamo mai sfruttato il territorio per quello che può offrire, la città ha una vocazione turistica perché affaccia sul mare, ma anche commerciale perché abbraccia il centro della Calabria. Ha anche una vocazione agricola. È sicuramente una città completa, dobbiamo solo trovare il modo di farla emergere e farla volare». Di potenzialità inespresse parla anche Murone: «Dobbiamo valorizzare il turismo balneare, abbiamo una costa lunghissima. Ma anche l’area ex Sir è un’opportunità che non abbiamo saputo sfruttare. Noi non riusciamo a percepire quelle che sono le situazioni che possono fare da volano per la nostra economia e la nostra crescita culturale». Un altro aspetto su cui concentrarsi, aggiunge Doris Lo Moro, è l’identità cittadina. «Su questa lavorerei mettendo in rete tutto ciò che c’è perché, se vai in giro per Lamezia non scopri solo le potenzialità, ma anche le persone, le associazioni, le imprese e i commercianti. Il lavoro dell’amministrazione per me è mettere in rete tutto questo». (redazione@corrierecal.it)
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