COSENZA Un carattere «particolarmente violento», esperto di arti marziali e vincitore di un torneo di Thai Boxe. E’ l’identikit tratteggiato dagli agenti della Digos di Catanzaro e di Cosenza che insieme hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto nei confronti di Halmi Ben Mahmoud Mselmi, tunisino classe 1997, residente nella città dei bruzi. Il blitz coordinato dalla procura di Catanzaro si è concluso stamane al termine di complesse indagini.
Disprezzo nei confronti dei colleghi di lavoro, di chi non professa adeguatamente la religione musulmana, di chi evidentemente non rispetterebbe – a parer di Mselmi – i dettami tipici dell’islam. Un astio manifestato a più riprese, come suppone l’accusa. «Se posso mi vendico di qualsiasi persona…», confessa (intercettato) l’indagato. Che nel soffermarsi sull’approccio alla fede di un suo conoscente alimenta un sentimento di vendetta. «Io buco tutto, il petto, la pancia, i reni non lascio nessuno a posto».
I social spesso diventano strumento di propaganda, le bacheche Facebook e Instagram un tempio impreziosito da video e foto in molti casi utilizzati per reclutare nuovi combattenti o influenzare le opinioni pubbliche. Sui social era presente con un profilo “Meta” anche l’indagato, che avrebbe commesso «una leggerezza» pubblicando alcuni post in grado di svelare le sue intenzioni. Il primo ha «per oggetto le parole di un “Sahaba”, compagno del profeta Maometto, nelle quali viene incitato il popolo musulmano a sposare il Jihad al fine di immolarsi per non rinunciare al paradiso». In buona sostanza, il martirio è considerato l’unico modo per ottenere i favori di Allah e di conseguenza l’accesso al paradiso. Allegata al post anche l’immagine di Bin Yasir Ammar, «considerato uno dei primi sciiti della storia, che aveva dedicato la maggior della sua vita al Jihad, avendo preso parte alle battaglie di conquista dei musulmani combattendo contro l’apostasia nello Yemen».
L’attività social dell’indagato è sotto la lente degli investigatori che segnalano un altro contenuto pubblicato su Meta. Questa volta ad essere riportata è «la storia di Al-Hajib Al-Mansour e della sua Jihad». Secondo quanto evidenziato nell’attività di indagine, «Al-Hajib Al-Mansour era un politico e generale musulmano di spicco del periodo del Califfo di Cordova noto per le sue numerose vittorie militari, in particolare per le sue incursioni in territori cristiani del nord della Spagna, così come per l’espansione dei domini musulmani». Mselmi avrebbe, dunque, «magnificato le gesta di un combattente musulmano distintosi per aver attuato il Jihad violento contro i cristiani “infedeli”». Quanto basta per la polizia per ipotizzare un futuro impegno dell’indagato, deciso ad «indottrinare il proprio entourage».
Appello, richiamo, propaganda: la parola Da’ Wa’ ha molti sinonimi ma un solo e «distorto» significato per Mselmi impegnato a ripetere le parole del profeta: «Combattete a morte tutti quelli che non credono, fino a quando dicono e attestano che non c’è un Dio al di fuori di Allah e che Mohammed è il messaggero di Dio». L’indagato avrebbe nutrito scarsa considerazione per le nuove generazioni, bollate come «facilmente influenzabili da campagne mass mediatiche, a suo dire distorte, nei confronti dei musulmani». Nel lungo elenco di improperi rivolti a tutti coloro che mostravano un atteggiamento diverso dal suo, l’indagato non avrebbe negato anche insulti agli uomini della Questura definiti «bastardi». Ma non solo. «Italiani….stai parlando del mio paese…e così dico io …ma vaffanculo, tu il tuo paese, la Polizia di merda e i Carabinieri, tutti gli italiani di merda del tuo paese, Francia, Germania, voi siete tutti criminali, ipocriti e bugiardi … vaffanculo Italia vaffanculo…vaffanculo». Il sentimento di rabbia nei confronti delle forze dell’ordine sarebbe da collegarsi al diniego del rilascio del permesso di soggiorno. In uno “stato” su Whatsapp, Mselmi mostrava tutta la propria frustrazione. «Il paese dell’ingiustizia, della tirannia, del razzismo e dell’egoismo. Non siamo sorpresi da un paese che ha occupato la Libia e ucciso migliaia di persone innocenti. Andate all’inferno, voi criminali, voi terroristi. I loro rapporti distruggono l’essere umano e gli fanno perdere tutta la mente e il desiderio di vivere. Dio si vendicherà di tutti voi un giorno». (f.benincasa@corrierecal.it)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
Senza le barriere digitali che impediscono la fruizione libera di notizie, inchieste e approfondimenti. Se approvi il giornalismo senza padroni, abituato a dire la verità, la tua donazione è un aiuto concreto per sostenere le nostre battaglie e quelle dei calabresi.
La tua è una donazione che farà notizia. Grazie
x
x