CATANZARO La politica “creativa”. L’appuntamento con le elezioni amministrative anche in Calabria scatena la fantasia dei partiti. Tra dinamiche locali che spesso nascono da questioni di carattere personale più che politico e convenienze e contingenze territoriali anche in Calabria i partiti si stanno muovendo in ordine sparso, spesso senza seguire logiche di coalizione e spesso senza seguire nemmeno gli ordini di scuderia delle segreterie ai vari livelli. Un fenomeno che si registra sia a destra sia al centro sia a sinistra. Anche per questo le Comunali sono sicuramente un test importante sullo stato di salute delle singole forze e delle coalizioni ma un test probante fino a un certo punto. Quando mancano una decina di giorni alla presentazione di liste e candidati sindaco, e in assenza di ufficialità, le “tendenze” si vanno sempre più delineando, nel senso i giochi nel complesso sono ormai a grandi linee fatti, anche se in diverse realtà non ci saranno simboli di partito ma magari sigle civiche di riferimento, anche se ovviamente ci potranno essere sempre novità e sorprese last minute. Questo è il punto, con riferimento ai Comuni più grandi o più significativi nei quali si voterà a fine maggio. Sul piano delle coalizioni, il perimetro classico degli schieramenti si propone essenzialmente soltanto a Lamezia Terme, con il centrodestra e il centrosinistra – quest’ultimo nella vera accezione di campo largo comprensivo anche di Azione – si presentano compatti. Il centrodestra classico – cioè Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Noi Moderati – ci sarà anche a Rende, dove invece il centrosinistra si è sgranato: il Pd da una parte (piuttosto trasversale), Sandro Principe con i socialisti e Azione (tra gli altri) da un’altra, e Movimento 5 Stelle da una terza parte.
Per il resto, quadro piuttosto frastagliato e disomogeneo. Nel dettaglio dei singoli partiti, a esempio Forza Italia a Paola punterebbe come candidato a sindaco su Basilio Ferrari, coordinatore cittadino forzista, ma una parte del partito potrebbe andare a sostegno del candidato sindaco Giovanni Politano, ex FdI passato di recente con gli azzurri. A Cassano nessun problema per Forza Italia con Giancarlo Iacobini, che i bene informati ritengono espressione diretta di Gianluca Gallo, assessore regionale all’Agricoltura e ai Trasporti e coordinatore provinciale forzista a Cosenza. Fratelli d’Italia ha “piazzato” Marco Ghionna candidato sindaco a Rende, su forte pressing del senatore Fausto Orsomarso, ma altrove sarebbe meno coinvolta: a esempio a Paola una parte dei meloniani potrebbe convergere non su Ferrari ma su Politano. Quanto alla Lega, in genere c’è un allineamento al resto del centrodestra – e a Lamezia si sarebbe fatto carico della candidatura a sindaco Mario Murone insieme a Noi Moderati – ma si dice, ad esempio, che sempre a Paola i salviniani potrebbero sostenere il candidato sindaco Roberto Perrotta, socialista, e a Rende sono un rebus. Fronte centrosinistra, il Pd a Lamezia è, nonostante tutto, il perno della coalizione di centrosinistra con Doris Lo Moro ma a Rende sostiene il candidato sindaco Giovanni Bilotti che piace anche a diverse aree di centrodestra e all’area dell’ex sindaco Marcello Manna. Alleanza Verdi Sinistra a Lamezia ci sarà, a sostegno della Lo Moro, ma a quanto parte non ci sarà a Rende. Il Movimento 5 Stelle a Rende va per fatti suoi con un proprio candidato sindaco, Rossella Gallo, e conferma per il resto le difficoltà a marcare il territorio con il simbolo nelle elezioni locali. Il Psi, un “caso politico”: a Rende sono con lo storico volto socialista di Principe, al punto da mettere a repentaglio la tenuta dell’amministrazione comunale di Cosenza a guida Franz Caruso avendo attirato gli strali del Pd, mentre a Cassano il totem Gianni Papasso ha candidato una sua diretta espressione. Infine, Azione, indecifrabili quasi per definizione: a Lamezia i calendiani sono con il centrosinistra, a Rende dovrebbero sostenere Principe e a Cetraro il candidato sindaco Giuseppe Aieta, anche lui scuola e storia socialista, sostenuto da un campo largo di centro e non dal Pd, del quale pure Aieta in passato è stato un “alfiere” anche a livello regionale. (a. c.)
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