LAMEZIA TERME Probabilmente non c’è più il “partito dei sindaci” che rappresentava una sorta di centrosinistra “parallelo” a quello ufficiale – anche perché qualcuno intanto sembra aver preso strade diverse e quasi in direzione – ma la “spina nel fianco” del Pd e del fronte progressista quella resta. Le ultime cronache politiche da alcune grandi città della Calabria consegnano un fronte di tensione tra alcuni primi cittadini e il partito di maggioranza relativa del centrosinistra e il centrosinistra, che governa in quattro capoluoghi di provincia su cinque ma che in queste ultime settimane manifesta diverse fibrillazioni, intrecciate anche con dinamiche elettorali, quelle relative alle Amministrative di fine maggio ma anche quelle delle Regionali dell’anno prossimo, vero “terminale” delle ambizioni di questi importanti esponenti politici. Soprattutto Reggio Calabria e Cosenza rappresentano le piazze più “calde”.
In riva allo Stretto gli organi di informazione nei giorni scorsi hanno riportato un altro “strappo” tra il sindaco Giuseppe Falcomatà e buona parte della sua coalizione, a partire dal Pd che è il suo partito di appartenenza, dopo che Falcomatà ha proceduto all’ennesimo rimpasto della sua seconda consiliatura senza alcuna condivisione e alcuna concertazione, almeno secondo le accuse più o meno velate di alcune forze alleate, come i segretari territoriali dei democrat. Gli analisti hanno messo in relazione questa nuova rivisitazione della Giunta reggina da parte di Falcomatà con le “manovre” che il sindaco reggino avrebbe iniziato a imbastire con la Cittadella nel mirino: del resto non è un mistero che Falcomatà abbia già dato la disponibilità a un’eventuale candidatura alla presidenza della Regione. Di tempo ancora ce ne è tanto, e di acqua sotto i ponti ne deve passare ancora tanta, per quanto riguarda questo “dossier”, ma intanto ci si comincia a preparare… Fonti del centrosinistra riferiscono di uno “stato maggiore” della coalizione e del Pd piuttosto stizzito dall’ultimo blitz di Falcomatà, che tra l’altro si sarebbe accapigliato a brutto muso anche con Azione, non aiutando in questo modo la composizione di un campo davvero largo anche in Calabria.
Si vedrà come andrà a fine, come si vedrà cosa eventualmente potrebbe succedere a Cosenza, nella quale nelle ultime ore sembra sia iniziata una “guerriglia” interna al centrosinistra, accesa peraltro dalle trattative elettorali per le Comunali di Rende: a Rende infatti lo schieramento progressista si è sgranato, con il Pd che sostiene la candidatura a sindaco (per la verità abbastanza trasversale) di Giovanni Bilotti e altre forze che invece sostengono la candidatura a sindaco dell’intramontabile Sandro Principe, volto di richiamo dell’area socialista – in particolare il Psi – che vede tra i propri “alfieri” il sindaco di Cosenza Franz Caruso, anch’egli molto sensibile alle “sirene” regionali. Da qui nelle ultime ore le schermaglie e le punzecchiature tra il Pd, che in modo più o meno ufficiale ed esplicito sta addirittura mettendo in discussione la tenuta dell’amministrazione comunale di Cosenza, e Caruso, che peraltro nei giorni scorsi ha dismesso i panni di segretario provinciale del Psi. Insomma, focolai di tensione nel centrosinistra, alle prese con le – ovviamente legittime – ambizioni di buona parte dei sindaci delle grandi città e con la loro sostanziale autonomia che li rende non facilmente “controllabili”. Del resto, escludendo il sindaco di Crotone Vincenzo Voce, che sarebbe ora più vicino al centrodestra e segnatamente a Forza Italia e comunque ha sempre cercato di mantenere un profilo prettamente civico, e il sindaco di Vibo Valentia Enzo Romeo, allineato al Pd e al centrosinistra non fosse altro che per essere stato eletto da nemmeno un anno, rapporti all’insegna degli “alti e bassi” con il Pd ce li hanno quasi storicamente anche il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita e il sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi, altri due esponenti di centrosinistra che un occhio sulla Regione l’hanno posato. (a. c.)
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