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SETTE GIORNI DI CALABRESI PENSIERI

La Calabria “four seasons” diventa un tormentone esistenziale. E Salvini pro ponte polemizza con Lo Cascio “Bad Guy”

Il tormentone turistico. Salvini meme di se stesso. La bufala sulla ‘ndrangheta e il crollo del ponte Morandi. Mafia e logistica a Pioltello e Crotone come il Marocco. Diamo i voti alla settimana

Pubblicato il: 17/12/2022 – 7:10
di Paride Leporace
La Calabria “four seasons” diventa un tormentone esistenziale. E Salvini pro ponte polemizza con Lo Cascio “Bad Guy”

Dalla vigilia dell’Immacolata all’8 gennaio prossimo, negli spazi della Stazione centrale milanese, va in scena una promozione della Calabria e della sua offerta “four seasons” come dicono quelli fighi. Si tratta del progetto “Calabria Straordinaria”, promosso dall’assessorato regionale al Turismo, Fausto Orsomarso, oggi approdato in Parlamento. L’iniziativa, approvata anche dal ministero del Turismopunta a intercettare una grande fascia di pubblico, promuovendosi con 1.300 metri quadri di pista ghiacciata, 1500 di scenografia “whau”, un albero di Natale di 18 metri e 15000 luci led, simboli e marcatori identitari di varia natura. La notizia potrebbe finire qua. In Trentino e in Emilia Romagna sarebbe norma. In Calabria è il solito tormentone. Politico, culturale, esistenziale. Occupare come spazio promozionale il luogo più frequentato della nostra emigrazione interna provoca un corto circuito identitario. Quasi fossimo abbarbicati alle vecchie foto di cronaca della Freccia del Sud con le valige legate con lo spago. A pochi minuti dal comunicato stampa ufficiale si è scatenata la tempesta di chi invoca pauperismo da crisi, baccanali natalizi in ogni paese e provincia, keynesimo attivo (ma promuovere turismo è questo).

Opinionisti scatenati, king maker di Sila Tour eccitati, sindacati sul piede di guerra, si fa così, si fa in quest’altro modo. Una babele di commenti a volte interessati come quelli di chi voleva forse gestire la torta dell’investimento ed è rimasto escluso e, come la volpe, ora dice che l’uva è amara. Poi le liti della politica. Occhiuto al montare delle polemiche si affretta a commentare: «Dobbiamo riempire di contenuti la promozione, e poi soprattutto – e questo farò prevalentemente nei prossimi mesi – dobbiamo occuparci della ricettività turistica perché è bene fare promozione ma poi quelli che sono interessati a venire in Calabria devono poter essere accolti in strutture alberghiere di rilievo, in porti capaci di ospitare le imbarcazioni». Un ragionamento che magari si poteva fare prima dell’inaugurazione quando la campagna è stata pianificata (voto incerto per tentennamento mediatico). Le iniziative promozionali si valutano alla fine nei risultati in costi e benefici. Ma forse siamo in presenza di uno scontro politico interno al centrodestra che viene da lontano.

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Del gran parlare promuovo l’intervento dello scrittore calabrese Gioacchino Criaco da anni emigrato a Milano giustamente ripreso dal Corriere di Calabria (dal profilo Fb) per l’arguzia di sostenere che la casa non si costruisce sempre dal tetto. Mi sembra che la posizione abbia un senso critico logico (voto “otto”). Spero che nessuno finisca sotto inchiesta come accaduto ad Oliverio per una promozione al Festival di Spoleto molto meno costosa. L’ex governatore è stato assolto dopo mesi per non aver commesso il fatto.

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Matteo Salvini è il Fregoli della politica. Nel 2016 era un convinto avversario del Ponte sullo Stretto oggi da ministro delle infrastrutture ha completamente cambiato opinione ed è convinto di realizzarlo in cinque anni. Per meglio farsi notare in settimana si è preoccupato di una serie: «L’ennesimo stereotipo di pessimo gusto sull’Italia e sul popolo siciliano: dopo la sua realizzazione, il Ponte sullo Stretto crolla perché la costruzione era stata affidata ad aziende legate ai clan mafiosi…». Orgoglio italico ferito dalla finzione e non si capisce il disinteresse sovranista del popolo calabrese. La serie tv Amazon è The bad guy, dove in alcune scene si mostra il crollo del ponte che collega Calabria e Sicilia, che nella fiction risulta già costruito. Il protagonista è un bravo Luigi Lo Cascio che interpreta un magistrato antimafia che diventa cattivo. La dark comedy si deve al genio della coppia materana Stasi e Fontana, giovani talenti del nuovo cinema italiano che meritano “otto” per estro creativo. A Salvini voto “due” per essere ormai il meme del suo volto.

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Altro Ponte, altro crollo. Drammaticamente vero. Il Morandi di Genova. C’era anche un camion giallo imbottito di droga. «Così la ’ndrangheta tentò il recupero». Notizia data in evidenza da tutta la stampa italiana come vera e accaduta, operazione “Blu notte” come una trasmissione di Lucarelli. Nelle intercettazioni ambientali del boss di Rosarno, Francesco Benito Palaia, con l’affiliato Rosario Caminiti si racconta la faccenda: «Quando è caduto Ponte Morandi, se vai al primo video, è caduto un furgone… È un eurocargo giallo, lo vedi benissimo è giallo, con una cella frigorifera, piccolino! È caduto paru (orizzontale, ndr)…Come è caduto il ponte si è seduto… gli è caduta una macchina sopra». Possibile che durante i soccorsi nessuno lo abbia mai visto? Nelle immagini si vede solo un’automobile gialla. Il camion era bianco. Una strana conversazione.

In pochi abbiamo cercato di capire qualcosa. La Guardia di Finanza di Genova e la Procura non hanno mai trovato nulla.  Il Ros che indagava sui calabresi non ha mai considerato la vicenda.  Il camion bianco e non giallo è rimasto a Bolzaneto almeno fino a ottobre 2018. Poi è stato trasferito. Senza alcun legame con la ’ndrangheta. Che voto dare? Un “cinque” di incoraggiamento a chi vede un titolo da click e lo copia senza verificare nulla. A “Verità&affari” che con documenti fotografici ha intuito la fake news, ad Open.online che ha messo insieme tutti i pezzi del mosaico, e alla redazione genovese di Repubblica e al Corriere che ancora cercano di capire quello che scrivono almeno 9. Ai due ‘ndranghetisti al telefono nessun voto per categoria disdicevole ma bisogna riconoscere che la telefonata dissimulata è stata una genialata.

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Altra operazione contro la ’ndrangheta. A Pioltello al Nord Italia. In molti hanno letto di elezioni e affari di pompe funebri del clan Maiolo. Segnalo che la multinazionale logistica “Gls-General Logistics Systems”, oltre 4 miliardi di fatturato, per esternalizzare il lavoro come si vede nei film di Ken Loach a Milano, si serviva della società Thalia riconducibile dietro prestanome ai Maiolo ’ndranghetisti. Il fitto di 40 furgoni a 200mila euro al mese era vantaggioso per la multinazionale. I Maiolo ne hanno parlato al telefono. E Gls tramite i suoi avvocati ha dovuto riparare versando all’Agenzie delle Entrate 38 milioni di euro tra Iva e sanzioni per “dichiarazione fraudolenta mediante fatture per operazioni inesistenti”. Personale in affitto. Un tempo erano muratori in nero. Oggi si chiama logistica. Questa è la ’ndrangheta oggi. Voto “dieci” al pm Paolo Storari che non si è fermato ai mafiosi. Stesso voto a Luigi Ferrarella del Corriere della Sera che ha aperto l’illuminante e quasi solitaria finestra sulla ’ndrangheta di Pioltello. A qualcosa i giornali seri servono ancora.

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Qualità della vita. Classifiche di fine anno. Sud, Calabria e le sue città agli ultimi posti come sempre. La solita solfa che non appassiona più nessuno. Pippo Marra, calabrese e patron di Adnkronos ha espresso un pensiero altro che condivido e si merita 9 per provocazione giornalistica e metafora calcistica legato al successo del Marocco.

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